Non potevo esimermi dal raccontare un lunghissimo così. Mi prudono le mani. Vi schiaffo subito la tabellina
Ho fatto anche i video, che magari metterò nel riassunto di lunedì o martedì, ora non ho molto tempo devo fuggire per una "chiacchierata giuridica" con un collega.. Ops.. ma ancora non vi ho detto.
Era l'unico Lungo della tabella Ughesca..ma che lungo ragazzi. Racchiude in se tutte le caratteristiche del suo allenamento. La struttura prevedeva 3h15 così suddivise 1h lenta + 1h 15' media + 1h in cui alternare 2km lenti a 300 metri di allungo.
Sulla carta spaventa un pò, mi spiego. Il medio interposto nel lunghissimo angoscia e mette in discussione tutte le proprie convinzioni sui lunghi. Ritmo costante dall'inizio alla fine, spesso agonizzante sul finire. Questo il mio passato. Quante in memoria di corse così. Il lunghissimo è resistenza al ritmo che ci si prefissa. Altra mia convinzione smontata.
Il lunghissimo che sperimento invece oggi non annoia di certo. C'è sempre qualcosa da fare ad ogni ora, ma lo racconterò strada facendo.
La giornata non è iniziata nel migliore dei modi. Un maestrale assassino spazza la riviera. Nubi rapide sfilano gonfie di pioggia. Io simulo tutto. Pasta la sera prima, prima sveglia alle 6 per colazione a base di fette biscottate con marmellata e frutta (circa 450 calorie). Poi di nuovo letto, infine in strada attorno alle 9, che sarà l'ora X di Firenze.
Parto incosciente, ma corro male..a grandi tratti vi dico che la prima ora passa con un fastidio alla gamba sinistra, non è dolore, ma un indolenzimento che percepisco a livello del tibiale(!?), come se appoggiassi caricando tutto il peso sulla sinistra ed usassi la destra solo come appoggio (che in parte è anche vero per via del mio problemino). Che fastidio..vento freddo e forte, non riesco a correr più di 5'38 e feedback negativi mi girano in testa, andiamo bene penso. E' un tormento correr così! Poi arrivo nelle campagne dietro l'aeroporto (i lunghissimi a Sa Segada son stupendi!..non c'è nessuno, strada larga una macchina e campi e filari a perdersi all'orizzonte). Il vento qui è meno minaccioso, ma quello che mi salva è lo scoccare della seconda parte dell'uscita. L'1h15 di medio mi fa esordire ad una nuova corsa, aumentando l'andatura e portandomi vicino ai 5 si dissolve piano piano la sensazione di disagio ed è un godimento, penso solo a mantener costante l'andatura, rilanciandola di tanto in tanto, di fatto però disattivo il pensiero dal lunghissimo. Sto solo correndo il mio medio. Mio padre, grande nel supportarmi ogni 4/5km mi allunga da bere (gatorade ed acqua). Intanto inizio a riflettere e a domandarmi "Perchè faccio meno fatica a correre il medio che il lento?". Da non medico elaboro tutta una mia teoria e mi dico "Forse correndo lento usavo in percentuale maggiore fibre lente e con quelle mi ci stavo affaticando! Correndo a questa nuova andatura invece ho spostato la percentuale di utilizzo su fibre diverse e più veloci, che son meno stanche delle prime". La sensazione è stata quella di attingere ad un diverso bacino energetico. In questi pensieri rapito è volata un'altra ora. Solo l'ultimo quarto d'ora del medio è stato più sentito. Vedevo prossimo lo scatto alla terza fase della corsa. La seconda ora ha visto due piovaschi brevi ma intensi cadutimi addosso, ma forte di un berretto calato fin quasi sugli occhi li ho ignorati.
Dicevo della terza fase, l'ora rimanente prevedeva un menu vario. Decretava il ritorno al lento, ma solo per tratti di 2km da inframmezzare con allunghi di 300 metri. Credetemi che mi hanno salvato! Come in passato il lascito del medio si è riversato nel lento con un'andatura "drogata".. Era lento, ma senza accorgermene virava ogni tanto verso il ritmo medio. I 300 metri eran "ripetute", le lanciavo con gioia sfidando le mie gambe. Un pensiero lontano mi diceva che forse potevo stare dalle parte dei 30. Ma non ci pensavo minimamente. Avevo le mie brave "ripetute da 300 con 2km di recupero da fare". Mi son ritrovato nel frattempo, non so come, al porto, là dove mio padre aveva parcheggiato la macchina per porre fine alla mia corsa. Dopo lungo peregrinare (ho visto anche Mary, Enzo e tanti altri amici) bè forse un'occhiatina al gps potevo anche darla. Il riepilogativo mi ha stordito..mancavan un paio di minuti allo stop! Certo stanco, ma la fatica non è mai stata severa. Quella mentale nella prima ora, quella fisica un pò nell'ultima mezz'ora, ma senza mai raggiungere picchi da crisi, anche perchè rilanciavo in continuazione la mia andatura rimbalzando il compito di sostenermi alternativamente ai due tipi di fibre (per quel pensiero che avevo maturato nelle campagne di Sa segada).
Ora certo mi si chiederà cosa sogno, cosa spero in maratona. Io dico che lascio fare alla strada..sò che a Firenze sarà dura e ci saranno credo su per giù fino ad un max di 5' in più da aggiungere ai tempi garmin per il solito discorso traffico di gente/zigzag. Però quando si fanno questi lunghi così, che volete..ci si sente leggeri e contenti. Ho imparato cose nuove, l'efficacia delle variazioni di ritmo anche in allenamenti così lunghi è un'alternativa al modo consueto di far i lunghissimi. Lo limitavo, nel mio modo di vedere, solo agli allenamenti brevi od entro un certo chilometraggio. Il lunghissimo non è quindi solo resistenza, ma fantasia..quella a cui mi sia concesso mi abbandono!! :-P
Ops il mio amico..scappoo