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giovedì 30 aprile 2009

Tra cellulare e blog: amici che vanno e vengono nel cambio delle abitudini

Guardavo oggi la mia rubrica del celllulare e facevo questa riflessione. Ma quanti sono i numeri memorizzati di persone che non frequento più. Numeri vecchi di anni, presi chissa quando...e penso alle evoluzioni che ci fa fare la Vita. Siamo così immersi nel quotidiano che quasi non ce ne accorgiamo dei mutamenti attorno a noi, delle relazioni che un pò alla volta vengono meno. Ma la memoria del cellulare è lì, a cristallizzare il tutto in un "senza tempo". E' come una fotografia panoramica sul nostro passato.
Anche questo blog segna il tempo. Alcune persone che lo commentavano sono scomparse, ne sono arrivate di nuove. Non è detto che chi sia andato, non ritorni. E non è il mutato atteggiamento verso di me,  una lite o chissachè..son semplicemente le abitudini di ciascuno che cambiano. Oltretutto vi è da dire che, per quanto riguarda la nostra sfera di bloggers, seguir tutti è impossibile. Capita anche a me di trascurar per qualche tempo la lettura di qualcuno o di fissarmi poi maniacalmente sulla visitazione ad uno di voi (mi viene in mente innovatel, andrea che ha esordito in maratona) per la curiosità di quel momento particolare. Alla fine è bello comunque trovarsi e sentirsi amici, senza per forza la necessità di una chiamata o di un "commento cartellino". Quando ci si ritrova l'amicizia è immutata, almeno nei confronti degli amici veri(Capita che qualcuno che frequentavo tempo fa ora non saluti più, senza un motivo.)..

martedì 28 aprile 2009

Ciclo allenamento Ugo. Scheda 1(potenziamento?) week 1.

Passate due settimane di corse sciolte dopo Parigi, è iniziata l'avventura. Di Ugo allenatore sapete. Quindi è giusto iniziare a dar conto dei miei allenamenti.
E' un nuovo ciclo, che non si pone obiettivi di gare particolari al momento, ma finalizzato al potenziamento(se sbaglio mister correggimi) in questa fase.

Ho corso 60 km questa prima settimana e mi sono prodotto in ciò
Lunedi: Ne avevo già parlato. Il potenziamento tramite esercizi, preceduto da mezz'ora di riscaldamento. Bello perchè praticamente è un giorno di non corsa (il riscaldamento serve solo per arrivare caldi), ma durante il quale alleni tutto il corpo mediante esercizi vari. Ci si stanca in modo diverso dal solito.
Martedì. Variazioni di ritmo. 40" veloce 1'20" lento per 30'. Riscaldamento e defaticamento a condimento.
Ecco, qui la prima novità rispetto al mio consueto modo di allenarmi. Sono sempre molto legato al ritmo del Garmin, a rispettare l'andatura che leggo scritta.  Ora non devo farmi più condizionare. Devo essere libero di interpretare i ritmi fidandomi delle sensazioni del corpo e non di quelle dell'aggieggio. Basta questo per rendermi entusiasta e lasciarmi andare più volte vicino e sotto i 4'/km. (media finale 4'02 nei tratti veloci). I recuperi a 5'47 di media ( sporcata però dagli ultimi oltre i 6'). Fino alla 10° variazione era tutto ok. Poi ho iniziato a faticare un pochino..ma ci stà.. Il cuore è arrivato sin a 178, i dati oltre, da Colibrì son sballati dalla caduta della fascia.

Mercoledi: riposo
Giovedì. Riscaldamento e defaticamento. In mezzo un 5000.
Ne avrei fatto un post avessi battuto il record. Non è successo. Non era neanche mia intenzione tirarlo al massimo. Mi sentivo così sicuro di scender sotto quel 23'27(media 4'41/km) di Ottobre.
Sono migliorato da allora, ma..tenere un' andatura attorno ai 4'40 non fa per me in questo momento. Ciò che nei mesi ho acquisito in resistenza l'ho perso in velocità, o per meglio dirla in resistenza alla velocità. Guardate i passaggi. Son morto attorno ai 3.5 km (tenevo ancora i 4'42'km). Poi ci son stati 600 metri di sbandamento in cui ho mollato decisamente l'andatura, ma non l'obiettivo di finir la prova.. A 900 metri dalla fine un timido recupero per chiudere in 24'21 (media 4'52 km). 

Venerdì: Salita di Scala Piccada. riscaldamento e defaticamento a scendere
Quante volte ve l'ho descritta e fatta vedere Scala Piccada(Ugo guarda il video, così ero e correvo a marzo scorso). I famosi 2.5 km di salita, il pianoro di poco meno di 500 metri di mezzo ed ancora 2.3km a pendenza media 5%. Il panorama fantastico della baia di Alghero mentre si sale.. come si sale? Sul ritmo. Al primo intermedio sono passato vicino ai miei tempi migliori, nonostante stavolta non la stessi prendendo a gara.. poi la flessione nella seconda salita, laddove si fa leggermente più pendente e la fatica accumulata inizia a farsi sentire.



Sabato: riposo

Domenica: Scelta tra 1h30' di lungo oppure una GARA. Ho optato per la Sassari Osilo che già sapete dal post qui sotto.

domenica 26 aprile 2009

Gara Sassari Osilo 2009. All'ascolto della fatica

Classifica Sassari Osilo 2009: cliccate qui e accedete al calendario Regionale fidal. Scegliete il mese d'aprile e vedete alla data di oggi. Al momento non le hanno ancora pubblicate (info per chi arriva da google..se poi avete piacere di legger il racconto, sta sotto :-) )
Che poi siamo sempre qui a raccontare di gare durissime. Ma lo sono veramente o è la nostra percezione della fatica, che muta con la forma, a rendercele tali? La Sassari Osilo è stata una gara molto impegnativa, di sicuro. Ma io non posso godere di una forma eccelsa. Son in fase di costruzione, come vedrete nel prossimo post su quello che ho fatto sta settimana, le mie gambe eran belle impastate. Quindi il mio incedere sul finale si è fatto un pò sofferente. Ora vi racconterò.
Partita sotto la minaccia dell'acqua ed invece poi filata via liscia come l'olio, 27 anni di organizzazione(forse la più antica gara sarda, una delle più datate,) questa manifestazione ha avuto un''organizzazione magistrale, rifornimenti ogni 3km e..la doccia calda alla fine! Voi non potete sapere cosa voglia dire, per chi è abituato a farsi centinaia di km nelle tute impuzzolentite, potersi lavare grazie all'apertura di un campo comunale e dei suoi spogliatoi (proposta a chi organizza gare in Sardegna: fateci fare le docce!!..è una fesseria metterci a disposizione degli spogliatoi, il sapone ce lo portiamo noi).
Sassari Osilo. Due paesi uno giù ed uno sù, in collina. Arrivarci vuol dire solo una cosa: salire!  Lo sanno  quelli in Piazza d'Italia che si riscaldano girando in tondo. Ci son tutti..Davide, Paoletto e tanti altri. Non riesco ad allacciarmi una scarpa che ho sempre qualcuno con cui parlare. Come mi piace questo mondo di amici, che taglia trasversale fasce d'età e squadre. 
Sarà per tagliare la testa al toro che, partita la gara e fatto un primo interlocutorio falsopiano a salire, su quel lastricato infido e bagnato che caratterizza Via Roma(una delle principali di Sassari) a cui segue un breve scollinamento per portarsi in zona carbonazzi, ..che ecco appunto l'altimetria schizza: 120 metri di dislivello in 2,2 km. E non siamo neanche al 4°!! Ma vaffa.. La fatica si fa subito severa, per chi è partito a razzo. Patisco un pò anche io nonostante mi sia tenuto guardingo, o no? Certo affrontare a 5'25 quell'erta non è esser partitiguardinghi, ma tutti vanno e ciò mi porta nella parte finale di questa prima salita già in debito. Il 4° se ne è andato in 6'.. nei calcoli del dopo. Con Massimiliano raggiungiamo una compagna di squadra e da lì si può dire ci facciamo compagnia. Almeno morale, perchè se non riesco a parlare so che loro son lì, poco dietro di me.. credo di averli staccati di poche decine di metri non di più. Altre volte son stati loro davanti. Sempre di poco. Il leit motiv è questo: dove c'è pianura o discesa vengo staccato, la salita mi vede come sempre in rimonta.  E' un pò come giocare al gatto con il topo. E questo aiuta a distrarsi dalle insidie della strada. Che tosto un discesone attorno all'8°km..tiro un parziale di 4'49, ma incostante, nel senso che ci son dentro alcune centinaia di metri a 4'20"/km(sport tracks dixit), frenati più per lo spavento di cadere che altro. Ho paura della velocità. E..mi FANNO MALE LE GAMBE. Profonda fatica che viene dai giorni passati..son legnoso. Arriva la salita finale. Potrei uccidervi di numeri (pendenza media del 5,7% gli ultimi 4,5km o dirvi che l'ultimo 1,4km è a inclinazione oltre il 9&). ma no vi descrivo la bellezza di questi tornanti. Bucolici..se alzi la testa sembra di essere in una tappa di ciclismo, vedi gli altri corridori nel tornante sopra. E tutto immerso in uno splendido verde, contornato dal plumbeo cielo. I passi si fanno piccoli. Sono chiuso dentro di me e le sensazioni. Li raccolgo con il cucchiaino. Camminano, quanti ce ne sono che alternano il passo/corsa. Il paese da sotto lo vedi svettare, ma ci stiamo facendo vicini. Una maglia giallorossa..è Gabriele amico di Alghero. Pure lui passeggia.. lo prendo e..ciao gabriele, via nei miei modesti ma costanti 6'50/km. Io non mi fermo. Son un mulo e pur soffrendo vado. In paese ancora la strada sale, ma la vicinanza del traguardo attorno al 13°km mi spinge ad aumentare. Vedo Antonella..urla mancano 100 metri..tiro una volata micidiale (sport tracks dirà quel cento 4'10"/km..)ma.. non erano cento i metri(forse 180). Dopo aver mangiato 5 podisti in quel balzo in avanti da "momenti di gloria", ecco che mi riprendono tutti. Pure Gabriele, con il quale arriviamo insieme,  abbracciati sul traguardo.
E' stata una gara bella..in cui son stato alla finestra a guardare le reazioni del mio corpo alla fatica ed ai primi allenamenti del Mister. Avanti così

venerdì 24 aprile 2009

G8 a L'Aquila. La Sardegna ringrazia. I terremotati anche

Volevo farlo ieri a caldo il post, ma poi ho aspettato per vedere un pò i commenti che giravano. E' assurdo, trovo fuori luogo la decisione adottata dal governo: spostare il G8 dalla Sardegna a L'Aquila.

Qui si lavorava già da un paio d'anni(tranne il governatore cagnolino direi che non l'han presa molto bene ). Centinaia e centinaia di operai al lavoro.  Mancavano 3 mesi all'evento quindi vi lascio immaginare lo stato di avanzamento dei lavori e che fai.. fermi tutto come si stesse organizzando una festa di compleanno (ma le finiranno le opere avviate?) e sposti il baraccone di almeno 16mila persone (l'insieme delle delegazioni) in un posto colpito dal disastro. Martoriato dal terremoto, dove stanno tra macerie e fango. Credo che la popolazione de L'Aquila abbia bisogno di normalità, di soldi per la ricostruzione e non di caos. . Non ci credo che il baraccone non intralci alla ricostruzione. Non ci credo al fatto che si risparmieranno soldi poi.  Come se organizzare un G8 a L'Aquila ora sia a costo 0. Come se la sicurezza là fosse garantita a prescindere (Berlusconi dice che là i no-global non verranno, che non ci saranno manifestazioni, ma già si sbaglia a leggere qui ) . Dove faranno il summit nelle tendopoli? Visto che le strutture sono pericolanti..
 Io ci vedo una fortissima strumentalizzazione. Si usa il dramma di quella gente per creare consenso mediatico, un mega sponsor.
Poi mi placo e accetto l'idea che magari si ricavi qualche soldo da questa operazione e mi viene da pensare ciò che non ho sentito dire da nessuno. E' una mia idea.
"Se alla Maddalena costava troppo, e se proprio si doveva spostarlo, ma vallo a fare in una città più attrezzata(che ne sò Roma)  e non tra le macerie. I soldi risparmiati poi li dirottavi verso l'abruzzo. In sostanza là solo soldi, ma nessun circo mediatico. Spegnete le telecamere"

giovedì 23 aprile 2009

quadro che mi piace + annuncio gara Sassari Osilo

Sempre dal D'orsay. C'è sempre qualcuno che sa leggere i tuoi stati d'animo. Io son il cane che ulula al mare ruggente

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Ah ne approfitto per annunciare che domenica parteciperò ad una garetta in salita, la Sassari Osilo di 12,9km. Il dislivello è di oltre 350 metri. Sarà un buon allenamento.. devo ancora vedere come interpretarla.. La salita sta nella parte iniziale uscendo da Sassari e poi nel finale, 3km( ma non vorrei sbagliare Davide supportami tu) per risalire il collinotto sopra il quale svetta Osilo, lì è a tornanti. In mezzo credo strada vallonata

lunedì 20 aprile 2009

Felice come un bambino. Inizio fase potenziamento corsa

Lo capisci dai particolari la passione che si porta dentro. Una sera a tavola con l'allenatore a parlare di quello che sarà il futuro degli allenamenti e lui come si presenta..con un computer a farmi vedere filmati di stili e tecniche di corsa.Totalmente cotto da una giornata di corso il sottoscritto, ma con la voglia di apprendere come una spugna.  Impara dai bambini..ve la ricordate la discussione che aveva aperto qualche mese fa qui e che non è segreto richiamare. La corsa istintiva e di potenza insita nelle creature può esser ri-acquisita in età adulta e piegata alla nostra volontà. Potenza..questo è quello che ho capito sarà il mio destino nell'immediato. Il mio motore deve diventare potente ed in grado di spingere, volando oltre le difficoltà che ogni gara racchiude in sè. Sia essa una breve distanza o la maratona..o.. oh che diamine, c'è gente che ci fa anche i passotori con una cilindrata in talmodo truccata. Fermi non parlategli di Passatore che poi gli si illuminano gli occhi e si mette a ricordare scene vissute e imprese, che ascolti incantato.

La seconda scena è di ieri notte. Siamo nella mia stanza e la mail mi comunica che c'è una prima parte della tabella. Un bambino, così mi sono sentito. Iniziare una nuova avventura è sempre eccitante. Mi viene un riso di onnipotenza. Sto pensando a chi dice che quelli tabella e numeri non è che poi si divertono tanto, è una frase fatta che gira, uh i fissati, mica come noi che invece.. e cosa è allora questa eccitazione che mi pervade, questa voglia di giocare con il mio corpo, di inseguire la corsa più bella che io posso esprimere. 
Nel corso delle settimane vi renderò partecipi dell'evolversi della situazione e della consistenza degli allenamenti. Mi è impossibile fornirvi una veduta d'insieme del mio percorso prima che le gambe abbiano posato i piedi sull'asfalto. Navigo a vista. Ma ciò che ho solcato, i mari oscuri attraversati in questo lungo viaggio verso i miei limiti, voltandomi indietro li illuminerò volentieri per voi e ne chiacchieremo insieme come sempre. Sarà bello, se qualcosa avrò imparato, che ciò rimanga patrimonio della rete,  a disposizione di chi ancora magari non lo sà la corsa l'abbia già iscritta nel DNA.

Potenza si diceva. 30' di riscaldamento ad andatura blanda poi la licenza di potenziarmi seguendo gli esercizi che già avevo scoperto e la possibilità di scovarne altri. Un'osservazione però, che siano esercizi statici per ora. Nella mia interpretazione ho perciò eliminato tutta la corsa inserita tra una stazione e l'altra, ho tolto la corsa calciata, gli skip in movimento i balzi in avanti ecc ed ho escogitato questo che segue.
Il tutto è durato 35'. Son stato capace di
Sollevarmi sui polpacci: 2 tranche di una 30na di sollevamenti. Con 30" di pausa tra l'una e l'altra
Saltellare a gambe tese sul posto: 2 tranche di una 30". Con 30" di riposo tra le due
Salire e scendere da un gradone: 20 volte per gamba(dx + sx) x2. 30" di riposo tra le tranche (visto sul libro di Baldini)
Seduto su una panchina sollevare la gamba tesa su e giù: 30 volte per gamba (dx+sx)x2 30" di riposo tra le tranche (visto sul libro di Galloway)
Mezzo squat salto: Accovaciato ci si alza e si salta, si termina nuovamente accovaciati.2 tranche di 30" con 30" di pausa. Qui oramai ero così elastico che al primo salto ho fatto un balzoo che neanche un giocatore Nba..son atterrato scomposto. Poi nei successivi salti ho trovato un equilibrio tra salto e atterraggio.
Skip sul posto:  Da in piedi si sollevano le ginocchia alte, alternandole velocemente. Lo facevo in movimento qualche tempo fa, ma per essere aderente a quando detto dal mister ho fatto 30" sul posto. 30" di pausa e nuovamente 30".
Accovacciate. Da in piedi si mima una seduta su una sedia che non c'è. Le braccia son distese in avanti per mantenere l'equilibrio. 30"x 2. Non l'ho eseguito bene forse, non ne ho trovato grande utilità
Affondi: Ho scoperto di riuscire a fare un esercizio che mi era impensabile praticare fino a poco  tempo fa. Mi mancava l'equilibrio quando affondavo la gamba. La vicinanza di un palo mi rende più facile un eventuale sbilanciamento. Forse qui c'entra lo yoga che sto facendo, mi ha aumentato la coordinazione. Comunque 15 affondi per gamba, moltiplicato 2. Nella foto la versione coi pesi. Io l'ho fatto senza
Sono poi passato agli esercizi a terra

Ponte: Si sta appoggiati a terra, pancia in su formando un ponte con il corpo, gli appoggi son le braccia tese e le gambe a 90° e si muove il bacino su e giù. 30" x 2. riposo di 30" tra i due

Glutei dorsali e Addominali in questo esercizio isometrico per la corsa

E' un esercizio durissimo, ma che ogni tanto avevo già provato estemporaneamente. Vi sfido la prima volta ad arrivare al minuto. Tenete in tensione gli addominali e cristallizzatevi. L'accortezza però è che il collo sia rilassato. Effetto collaterale dell'esercizio altrimenti è il torcicollo, per la tensione che viene da fare ai muscoli a base della nuca. Io l'ho fatto 2 volte, con riposo di 1'.

Addominali laterali. Sdraiato sul fianco. Mi appoggio sull'avambraccio sollevando il bacino e tenendo tese le  gambe. Gli appoggi in pratica sono l'avambraccio e la parte esterna del piede. 30" così x 2. tratto da runners world di aprile

Flessioni sulle braccia. Alla fine per non farmi mancare nulla 2 serie di 10 flessioni. Ho perso tutto, qualche tempo fa ne facevo un trentina, adesso devo ripartire dalla base. L'esercizio dove son stato più carente

Così sono finiti i miei 35'. Sicuramente c'è qualcosa da perfezionare, ma la sensazione al termine è stata bellissima. Mi son sentito pervaso da un senso di..argento vivo addosso. Ho dato spazio anche a muscoli che non c'entrano con la corsa perchè è giusto che ci sia armonia tra le parti del corpo.



Io per il terremoto non darò un euro

Una lettura così volante segnalatami da Ele ed un copia e incolla. Uno sfogo per molti punti condivisibile. Lo hanno censurato da facebook mi hanno detto. W la democrazia. Lo riporto sul blog. Nulla altro ho da aggiungere a quanto dice l'articolo. Ah si forse una cosa si..ne parlava Daniele sul suo blog. Tu pensa cosa si poteva fare con i 420milioni di euro del referendum, che sarebbero stati risparmiati se fosse stato accorpato alle elezioni di giugno. Ma accorparlo no che non si deve.. 


Io non darò neanche un centesimo di euro
di Giacomo di Girolamo

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi
raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia
suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza
il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun
numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò
nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle
poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole
bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori,
alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi
hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no - stop, le scritte
in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che
questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da
italiano, io possa fare.

Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo
stereotipo dell'italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di
cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei
momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio
che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da
pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull'orlo del pozzo di Alfredino, a vedere
come va a finire, stringendoci l'uno con l'altro. Soffriamo (e offriamo) una
compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi
coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do
una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono
già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione
civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la
Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano
invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l'economia del nostro
Paese.
E nelle mie tasse c'è previsto anche il pagamento di tribunali che
dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero
farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una
classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma
proprio nulla, che non sia passerella.

C'è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare
i posti terremotati. In un viaggio pagato - come tutti gli altri - da noi
contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n'era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di
"new town" e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo:
"new town". Dove l'ha preso? Dove l'ha letto? Da quanto tempo l'aveva in
mente?

Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve
essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come
nasce "new town". E' un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani,
nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che "in questo
momento serve l'unità di tutta la politica". Evviva. Ma io non sto con voi,
perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle
della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello
che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli
italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono
per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una
giustizia che non c'è.

Io non lo do, l'euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito
lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani
guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per
compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono
eccome quel terremoto. E diedero un po' dei loro risparmi alle popolazioni
terremotate.

Poi ci fu l'Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico
versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti
come è andata. Dopo l'Irpinia ci fu l'Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo
strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.

Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come
prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro:
comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole
crollate a L'Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un
funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante
non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.

Ecco, nella nostra città, Marsala, c'è una scuola, la più popolosa, l'Istituto
Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo
trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio
di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d'affitto
fino ad ora, per quella scuola, dove - per dirne una - nella palestra lo
scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo
scirocco! C'è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo
inventare?) il controsoffitto in amianto.

Ecco, in quei milioni di euro c'è, annegato, con gli altri, anche l'euro
della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non
come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.
Stavo per digitarlo, l'sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno
sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul
terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho
capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per
quella bestialità che avevano detto.

Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa
succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi.
E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta
e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l'alibi per non parlare d'altro,
ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella
che sta all'opposizione) perché c'è il terremoto. Come l'11 Settembre, il
terremoto e l'Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.

Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo
volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli
sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei
super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono
le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta
sempre più rabbia.

Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il
mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di
italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa
pianto, quando sento dire "in Giappone non sarebbe successo", come se i
giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know - how del Sol
Levante fosse solo un' esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di
laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all'atto
pratico.

E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel
frastuono della televisione non c'è neanche un poeta grande come Pasolini a
dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno
uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il
diritto di dire quello che penso.
Come la natura quando muove la terra, d'altronde.

giovedì 16 aprile 2009

Flashback dal passato

E' bello rituffarsi nel passato e vedere da dove siamo arrivati. Non vado a ripescare i ricordi  più antichi, di quando uscivo a correre in tuta. Qui ero già runner, ma che cose facevo. E' di più di due anni fa..15 gennaio 2007, era il mio vecchio blog e rileggendolo mi viene da sorridere. Ora a mangiare grana nei lunghi non ci penserei minimamente..

Con me ho deciso di portar, oltre i soliti zuccherini, anche i pezzetti tagliati fini di grana, come aveva suggerito Aline(che gliel'ha detto la sua dietista!)..i primi km van via veloci, slalomeggio sparuti gruppi di vecchiette sul lungomare sin a portarmi fuori dalla ressa..a Maria Pia il tempo è ancora ottimo, saluto Elio che torna da un giro in bici, proseguo verso la mia meta..tocco il bivio per le bombarde(10km588m)in 1h6min e volto..
Qui decido di mangiare il primo pezzo di grana e..oddio..Lalla ma sei sicura di ciò che ti ha detto la dietista?! A parte che masticare grana correndo non è proprio facilissimo..per non strangolarmi lo mastico fino a farlo diventar inconsistente e ignhiotto(ripeto l'esperienza due volte), una sete pazzesca..lo stomaco, che sottosforzo è sensibilissimo, sento che appena arriva giù il grana inizia a lavorare e ..letteralmente..mi ruba il sangue alle gambe!!
No decisamente, sarà che non son abituato, mangiar formaggio correndo non fa per me e superata la crisi post grana torno agli zuccherini,una zolletta ogni km e mezzo circa..tocco l'arrivo di casa in 2h18min29sec..nuovo record sulla distanza(medie:6min33sec/km;9.14km/h)..vorrei smettere, ma lì l'orgoglio di toccar una nuova distanza si impone in me..che ci vuole, devo arrivar a casa di Zazo, da lì verso casa di Gianni e tornar indietro!Son in fondo delle minitappe!..
L'ho fatta ad andatura turistica,8km/h libero e sciolto da pensieri di tempo..solo cercando di sentire le sensazioni positive che nell'ultima uscita lunga non avevo sentito(mi stavo sentendo male per la crisi ipoglicemica se ricordate)...
Sarà stata la quantità industriale di zuccherini mangiata, sarà stato lo straching professionale insegnatomi da Baingio(che qui ringrazio!!:-)), sta di fatto che le gambe non son crollate e seppur stanche mi han portato a casa, con una convinzione:mi spingeranno tanto più lontano quanto sarà più forte la mia volontà..


martedì 14 aprile 2009

Di maratona, Parigi.. e di un nuovo allenatore.. Ugo

Passa la maratona e vengono le corse più belle. Rigeneranti sgroppate per recuperare la gamba. 
Ne sto facendo di rilassanti,  ora in compagnia degli amici Sebastiano e Pierpaolo, ora di mio fratello.
Ma penso ancora a Parigi. La maratona non mi è andata male. E' la prima che ho costruito seguendo un criterio, una road map segnata da una tabella che mi ha dato la preparazione che sognavo. La consiglio vivamente..
Certo l'under 4h non è venuto,  ma è frutto delle difficoltà intrinseche alle maratone estere e partecipate, in cui il ritmo non è mai regolare.  Oltretutto quando son in quelle città son ancora più turista che corridore. Non mi risparmio dalle fatiche del visitatore( cerco comunque di far un programma sobrio per il giorno precedente), perchè resto dell'idea che la corsa sia una soltanto delle cose che deve arricchire questo tipo di visite. Si dice che una città quando la corri diventi tua, confermo. Ti dona una prospettiva che solo noi maratoneti possiamo avere. Prendiamo dominio degli spazi invasi dai motori e li coloriamo delle nostre storie. Se poi siamo in grado di viverla appieno per tutto il resto che ti sa offrire lo diventa ancora di più..
Pigalle la via del sesso, zona del nostro alberghetto e i suoi negozi tutti da ridere (sexodromo in testa) ..l'inquietudine provata a salire sulle guglie di Notre d'ame tra gargoille mostruosi, l'emozione stordente di entrare nella Saint Chapelle, una scala a chiocciola e poi improvvisa eccola una cappella che a 360° è  composta da altissime vetrate colorate, in grado di squarciarti dentro. Versailles e la passeggiata nei giardini incredibili, tra  statue e tempietti neoclassici..potrei andare avanti per ore... ma mettendo dei puntini di sospensione passo ad un argomento diverso.. Parigi da il là ad una decisione, mi farò allenare. 
Gli amici blogtrotters romani  mi hanno permesso di conoscere un amico che blogtrotters non è, ma è molto vicino al nostro movimento, che tutti conoscete, che scrive e commenta, che ho ospitato anche sul blog per qualche intervento. Si tratta di Ugo. E' forse stato il primo a dirmi chiaramente in faccia che io come atleta ho qualche pregiudizio da smontare sulle mie possibilità. Mi ha saputo leggere dentro, come m'avesse fatto una radiografia. E' verissimo tutto quanto ci siamo detti  nelle chiacchierate de visu.
Voglio adottare il profilo basso, solamente facendo sapere che dietro gli allenamenti  futuri ci sarà lui. La mentalità mia, abituata a seguire comunque uno schema di allenamento( prova ne è la fedele osservanza della tabella i 6mesi scorsi),  è ben predisposta a questa nuova avventura. Sarà anzi uno stimolo in più.. Pochi  consigli personali valgono infatti ben più di cento tabelle anonime. 

venerdì 10 aprile 2009

Maratona di Parigi: Un sogno realizzato..

Il racconto era già pronto, ma nel rispetto del lutto nazionale non l'ho pubblicato ne ho commentato a chi mi chiedeva fossi rientrato. Ora spero che la vita possa riprendere come prima. Ddel terremoto ho letto e visto su internet, i telegiornali invece mi danno fastidio con il loro sciacallaggio mediatico. Non dimentichiamo

Aggiornamento lunedì: ho trovato uno dei quadri che mi ha ispirato.E' del 1867 di un pittore presumo francese Louis Orphee. Ce n'è anche un'altro ma lo posterò più avanti per riempire i buchi del blog

Maratona di Parigi: Un sogno realizzato
Amo i paesaggi notturni e boschivi, forse perchè ho un animo solitario, chi lo sà? Mi immagino rapito in corse al chiar di Luna, a combattere contro le mie paure. Mi soffermo sulle sensazioni di piacevole fatica che proverei nel trovarmi sfinito e adagiato sul letto del bosco, mentre guardo la luce fioca che filtra tra i rami. Il viso bordato di sudore e lacrime, ora che sovviene il ricordo ed avanza un sonno ricco di sogni. Quali emozioni è in grado di suscitare un quadro di un artista sconosciuto visto nel grande museo d'Orsay. Di Parigi e altre sciocchezze, di ciò germoglia il mio riposo nel sottobosco..
Volo indietro di qualche giorno e rifletto sul fatto che ho fatto uno stacco quasi completo dalla corsa pensata. L'ansia del correre, dei tempi e della prestazione, sono stati completamente assorbiti dalla grande città nel quale mi son fuso con la mia Ele. Solo ora mi interrogo e ritorno a quei momenti di battaglia, là per le strade parigine.
Che non tragga in inganno, ho corso e l'ho vissuta molto intensamente la gara. Ritiro pettorale, pasta party, rituali consolidati. Quel leggero senso di adrenalina che ti pervade. Emozioni sempre uguali. Certo la pasta scotta e senza sale dei francesi richiede una buona dose di fantasia per essere mangiata, ma anche quella è stata un' emozione. La mattina poi la cronica stitichezza del premaratona che si trasforma in "urgenza" fisiologica. Lì ti rendi conto che che i bagni sono pochini, uno in griglia per migliaia e migliaia di podisti. Il panico per fortuna gioca anche a favore. Non il mio, che ancora un pò sotto controllo lo riesco a tenere, ma quello degli altri. La partenza repentina fa scappare tutti. Io ne approfitto e rimanendo in fila con quei pochi rimasti lì alla toilette, accetto di partire nelle retrovie, pur di iniziare a correre "liberato" da un peso. Entro nell'immonda cabina blu e ne esco all'attacco.. Dieci minuti di camminata, perchè anche i guerrieri si riscaldano, ed ecco che l'Arco di Trionfo inizia ad allontanarsi dietro di me, a passo di corsa. Sono sugli Champs Elyseé, c'è gran tifo, la musica suona..che bello correre sulle strade del mondo.Si corre verso Place de la Concorde con l'obelisco che svetta. Che overdose di sensazioni. Di corsa nella storia qui ci avrei trovato nel 1792 la testa di Maria antonietta d'Asburgo rotolante e ghigliottinata. Più di 200 anni dopo 40mila teste invece combattono una battaglia personale con le loro gambe, appena iniziata.
Che enorme fiumana di umanità varia..Ecco il Louvre, so che c'è Ele all'interno a perdersi tra opere d'arte, le mando un bacio virtuale.. Zig-zago per superare gruppi di podisti, ma so che non dovrei per non stancarmi. Darvi il resoconto dei miei intermedi avrebbe poco senso. Il garmin segnerà 43,2km di spostamenti. Oltretutto il superare non mi permette di avere un'andatura regolarissima, come niente mi trovo a viaggiare sotto i 5, ma con altrettanta facilità segno dei momenti sopra i 6. Di sicuro e reale, di questo posso dar conto, è il semaforo rosso. Cosa? Si..durante i primi km all'improvviso lo stop, poco prima della Bastiglia. Incredulo penso ad un treno che deve passare..cosa? han fermato la maratona? No, è semplicemente una strettoia. Il sovra elevato numero di esseri scalpitanti copre l'intera sede stradale ed in quel punto ci si ferma, si attende, si cammina..attimi in cui le energie nervose e mentali si bruciano a velocità tripla. Si riparte, ma la frittata è fatta. Ora vedo quel km, il 3°, essersene andato in 7'. Sudo freddo, dentro sono già in lotta, vedo le bandiere sarde della Bastiglia, saluto urlante. Non sto bene. Sono solo i primi km, ma un malessere mi pervade. Non riesco a dargli forma quando ecco che la mia vescica inizia a gonfiarsi come un palloncino. Penso che stiamo correndo verso l'estrimità est della città, in direzione del Castello di Vincennes. Là troverò forse un angolo.. Attanagliato da questi pensieri passo ai 5 km in 28'54" (passo di 5'46), cinquina sporcata dalla strettoia. Le strade sono belle, la gente al lato incita. Trovo il coraggio di fermarmi, anche se ancora non siamo proprio fuori la città. Una pausa lunga e liberatoria. Mi frego un'altra cinquina però: 30'44 (passo di 6'08). Sono sotto di 2 goal in terra francese. Sbando celebralmente, penso ai miei obiettivi e per un attimo vengo preso dallo sconforto. Pochi km, il tempo di riprendermi, di vedere quanto sia in fondo più forte rispetto al passato, di constatare in che contesto stupendo sto correndo. Il castello di Vincennes mi aiuta in questo senso. Ma guarda che reggia, quanti Sovrani vi hanno soggiornato. Cavolo se è bello. Chiudo attorno ai 13 km le paranoie mentali e mi lascio andare. Come mare increspato da un venticello fresco e teso mi faccio più minaccioso ed inizio a correre. Certo anche la terza cinquina si chiude un pò così, 29'06 (passo 5'49) ma accetto che questo sia l'andazzo. Il garmin mi conferma che l'andatura è quella dei miei allenamenti. La differenza poi coi passaggi reali la fanno le serpentine che continuo a fare, vere e proprie diagonali da bordo a bordo. Del resto vi sono obbligato. Se trovo cinquanta persone che vanno a 7'/km non posso accodarmici, devo superare..scusi, excuse me, pardon. Corriamo nel verde del parco del Castello, poi giriamo per tornare a Parigi (si spera). La mezza arriva in un batter d'occhio, fino ad ora non ho guardato il tempo totale. Lo faccio per la prima volta. 2h3'. (6,1 km al passo di 5'43) Mi torna l'entusiasmo. Posso abbattere di una buona mezz'ora il mio personale se reggo. Non mi sono stancato più di tanto, le pulsazioni sono normali e non tachicardiche come le precedenti maratone, andiamo.. Il ritorno alla Bastiglia aiuta. Le bandiere sarde lì piazzate e la gente di Alghero mi danno una botta di adrenalina. "Mathiaas" . L'high score di sport tracks mi segnala tratti di follia a 4'30/km, brevi sgroppate per rispondere con dei popopopoo ai "vai Italia, vai materazzi" urlato da alcuni francesi a bordo strada. I 25km (a passo 5'39 l'intermedio) e la Senna. I ponti ed i sottopassi. Inizia un'altra gara. Mi calmo. Che gara schizzofrenica, 13km di sofferenza e 12km di gioia incontenibile. Ma il sottopasso smorza l'entusiamo. Si entra in una bolla di umidità e di caldo impressionante. Mi sembra di non andare avanti. La gente inizia ad urlare, un grosso urlo che accompagna la discesa e la risalita. Sudo, ho un primo segno di stanchezza. Nella risalita dal sottopasso faccio i passi piccolini e mi tengo il più defilato possibile. Corro vicino a bottiglie di birra. No non è l'inciviltà di qualche ubriacone..è gente vestita da bottiglia di birra che fa la maratona. Ah se ne potessi bere una..certo la birra non è facile da reperire, ma se volete del vino qui sul percorso a Parigi trovate dei rifornimenti "particolari". Vinello che scanso gentilmente. I 30 km con la Torre Eiffel lì, bella..a riempirmi gli occhi. L'intermedio è buono considerando i 4 sottopassi (29'03 a passo 5'48). Mi involo verso la parte ovest della città, là dove si decideranno le sorti della Maratona, il parco di Bois de Boulogne.La differenza tra me e gli altri è netta. Sono in sorpasso perenne. Viene fuori l'abitudine a stare sulle gambe. I 35km sono nel parco(intermedio di 28'51 a passo 5'46). Rivivo percorsi che ho già corso. Mi "vedo" a Fertilia, devo solo tornare a casa. Ascolto il mio corpo, alla ricerca di una crisi che non c'è. Si forse una piccola flessione, ma quel mal di gambe che ti strappa i muscoli e ti fa arrivare crampi lancinanti, a me tanto famigliare nelle mie precedenti maratone, è solo un ricordo.
E' da un pezzo che non guardo più l'orologio ma che perseguo il traguardo, come dice il mio amico Massimiliano, anche lui da qualche parte là nel mezzo. Penso anche a Pierpaolo, altro amico di corsa alla sua prima maratona, con un solo disperato lunghissimo di 28km (la settimana prima!). Dove sarà(finirà a 4h37)..
Siamo in fondo tutti persi nel mare di sofferenza gratuita che ci infliggiamo. Un percorso di espiazione forse , dal quale troviamo la forza di riemergere alla fine più vivi che mai. Dal porto delle nebbie sono uscito anche io. Erano i 40 o 41 km non sò..mi sono reso conto che tutto stava per finire ed un pò mi sono commosso. Ancora cavolo, ancora voglio provare queste sensazioni la mia mente continuava a ripetere ..un brivido verticale dalla punta dei piedi ai capelli, che mi ha spinto in avanti. L'arco di Trionfo e le gambe impazzite. I fotografi, l'urlo..la fine 4h07'06". Un negative splite simbolico. La seconda parte più veloce di 24" rispetto alla prima. 29' di personale. Pensieri impazziti.. mentre il sogno svaniva ed Eleonora mi riportava alla realtà. "Amore andiamo, non restare di fronte a quel quadro". Un ultimo sguardo a quella stella nel cielo dipinto. Intimamente lo so, è la mia terza maratona e qualcuno nell'ottocento l'aveva già dipinta. Io, boschivo e solitario, le ho solo dato forma.

giovedì 2 aprile 2009

Post Tifo Mathias maratona Parigi pett 35646. corsa la migliore droga

Questo post lo apro per permettervi di lasciare i commenti live. Qui a fianco nel chattino farò mettere i miei passaggi ai 21km ai 30km ed il risultato finale. Purtroppo mi consentivano di avvisar mediante sms solo due cell, così ho scelto di far pervenire le notifiche a casa e ad Ele sul percorso.
Stamani ultima corsetta. Vorrei che tutti potessero provare la bellezza di una corsa senza ansia a cavallo di un motore che è stato finalizzato per correre 42km. Ci si sente veramente forti..si padroneggiano le strade!
 La corsa è veramente il gioco più bello che c'è, il migliore che si possa regalare al proprio corpo. A chi si distrugge di droghe, a chi va alla deriva..ma in quali trip mentali vi infilate? Il più bello, il viaggio che è in grado di sconvogervi veramente sta là fuori sulla strada e passa per un paio di scarpe "da ginnastica".. Prendetele e venite con me a conquistare le città d'Italia e del mondo..
Ci vediamo tra una settimana, giovedi venerdì prossimo