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lunedì 31 agosto 2009

Oschiri Sapori di Corsa: "Gli ultimi de corsa. I primi a magnà"

Premessa: Risultati Oschiri Sapori di Corsa qui


"Ancora 100 metri andiamoo. Vai Mathias" o qualcosa di simile..così urlava Alvin alla fine del vicolo, duecentrometri dopo il traguardo. In un abbraccio sudato si concludeva lì, la rincorsa al mio 5000.
Non siamo normali, occorre riavvolgere il nastro per capire comportamenti che letti così possono sembrare irrazionali.
Oschiri è un paese del centro-nord Sardegna, scelto dai blogtrotters quale punto di ritrovo. Si sa che la vacanza richiama turisti d'oltre mare. Quale occasione migliore per trovarsi se non confluire in una garetta paesana come questa? Senza pretese, che mica siam top runner. Giungo in paese in compagnia di Davide e con i "continentali" ci troviamo quasi subito. Rivedo Master, che oramai posso definire vecchia conoscenza romana, con fio e moje. Alvin pure lui non passa certo per anonimo. Lo riconosco. Come i vip che si rispettino è seguito dal parentado a mò di scorta, tra i quali spicca la gemma..il suo bellissimo Ruben.
Passano le ore e possiam chiacchierare tranquillamente, mentre sullo sfondo il presidente fidal regionale ci martella con una logorrea a volte stucchevole (non che le cose che dica non siano d'interesse, ma sarebbe bello si facesse affiancare da qualcun'altro. Parla solo lui. A volte il tono è severo e contratto.)
Calano le tenebre. Io quasi mi dimentico che son lì per correre. Con loro i discorsi spazziano, Master ad un certo punto ce lo perdiamo. Facciamo una spedizione in bagno, ma..c'era la partita con la Roma e sino a che non è caduta sotto i colpi della Juve è stato attratto dalla partita (brevissima parentesi, poi è tornato a pensare alla corsa).
La gara. Orbene sì..loro eran lì con l'intenzione di tirarmi e portarmi al record se vi ricordate. Quasi con imbarazzo accenno al fatto che "io stamattina ho fatto 15km"(di qualità media oltretutto!!!) . Volevo fare l'allenamento e la gara prenderla così come sgambata..ma si son fatti decine di km per venir qui e adeguarsi al mio passo, aiutarmi..che potevo fare. Alvin Dai facciamo 4'39"/km vedrai. Master: Io è da 6 mesi che non viaggio a 4'40. Quale sacrificio, non posso tradir le attese. Faccio finta di niente perciò e mi dico che vale la pena comunque tentarla. Le gambe non son stanche..il morale è alto. Mi lascio andare agli eventi.
Un minimo di riscaldamento ce lo piazzo. Nella nostra batteria siam 220 (amatori/master maschili). Parecchi decisamente. Il giro è 1km per le vie del paese, percorso tutto sommato piatto. Qualche curva. Un pò di sabbiolina in certi punti.
Partiamo senza fare calcoli. Mi trovo a viaggiare vicino alle mie due guide di giallo vestite. Il fulmine della Fulminea griffato alvin.blogspot.com (penso che figo..lo vorrei anche io il nome del sito sulla maglia). L'altro giallo è Gianluca. Credetemi che correre con loro è uno spasso. Il romano coglie l'essenzialità delle situazioni e le trasforma in comicità. Così quando nel giro di qualche centinaia di metri mi hanno salutato 3/4 volte sbotta in un Sei peggio de na mignotta
E' difficile ridere a 4'40" per me. Poi ti giri e vedi quell'altro, che da l'idea di essere uno scolaro in gita. Caratteristica dei fulminei (già il Bress ho visto fa così) è girare con il cellulare in modalità macchina fotografica ed immortalare scene di corsa.
Vieni qui dai facciamo una foto. A 4'40 (sempre ribadisco) è operazione particolare per me.
Urla e incitamenti mi fanno scivolare via tra le difficoltà della gara. Il primo km in 4'37 non ha testimoniato in realtà l'alta velocità a cui è stato preso. Un pò di "traffico" iniziale ha fatto rallentare in qualche punto, quindi per riportare in asse il parziale siam andati ben più veloce. Già al primo giro mi rendo conto che il percorso è più corto del dichiarato di 45metri. Penso una cosa che non comunico sul momento.
Il secondo km sfila via regolare in 4'41. Passiam vicino ad un posto dove cucinano panadas e le narici si riempiono di profumo di pappa. Io ho fame e questo passaggio è un'autentica sofferenza per la psiche!!
Il terzo kmancora ottimo in 4'37. Non mi sembra di stare facendo fatica. Iniziano i primi doppiaggi a mio discapito. Noto come la gente che corre forte soffre..un'autentica sofferenza di sbuffi in alcuni soggetti che ci sfilano. Chissà se anche io sono così..o mantengo un certo contegno. Nel 4° ho l'opportunità di sperimentare la sofferenza. Le voci delle mie lepri si fanno un pò più confuse nella mia testa. Percepisco però le urla di Alvin altissime, le cui potenzialità pazzoidi avevo già intuito dal pomeriggio. Incita tutto e tutti. Anche quando mi doppia Davide, ad un paio di centinaia di metri dal suo traguardo e dalla fine del mio 4° giro (il km lapperà a 4'44). Quasi lo inveisce!
Ultimo giro..forse lo dico, forse no.. io raga proseguirò. E' chiaro oramai che i metri mancanti all'appello sulla distanza dichiarata son almeno 200 (uscirà 4780metri contro 5km).
Però son lì, lo percepisco è questione di secondi. Il destino del mio primato sui 5000 sta duecento metri OLTRE il traguardo. Poco prima di immettermi sul rettilineo finale faccio due profondi respiri. L'ultimo giro mi stava dando ancora, guardando il passo istantaneo, un pò di sofferenza. Qualche secondo oltre ' 4'40.. Serviva un colpo d'orgoglio, che è venuto fuori nei duecentometri finali. Quelli prima e quelli dopo il traguardo. Il cambio passo, deciso ed adrenalico.. Quanto fai nei 200 Mathias..vaiii.
Tiro una volata lunghissima, non so quanto sto andando. Gianluca e Alvin son scatenati nei non cedere urlati senza lesinar fiato. Volo sopra tutti i miei affanni..High score mi segnalerà un cento metri best a 3'50". Passo il traguardo come un treno, istintivamente però rallento un'istante, per svincolarmi dalla gente che giustamente si gode il riposo. Devo proseguire. Solo Alvin capisce e asseconda l'intento e.. ritorniamo alla scena iniziale. Un pazzo disperato come il sottoscritto corre verso il nulla di un traguardo immaginario..seguito da un amico che fino a poche ore prima era virtuale ed adesso invece è lì reale al mio fianco a credere in una sfida. Chi ci potrà mai capire..cosa si può provare in questa folle rincorsa. Stoppo confuso l'orologio al biribip dei 5km. Un'urlo sommesso. 23'17".. 7" meno del precedente primato. 4'39"/km rispettati e cercati. Grondo felicità. Seguiranno abluzioni presso una fontana per celebrare il primato
e poi là dove non potremo mai prenderle..a tavola. Come giustamente dice il titolo saremo forse sempre gli ultimi de corsa, ma a magnà non ci batte nessuno. Mentre il popolo era alle premiazioni, noi siamo stati i primi di tutti a fiondarci sulle cibarie, allestite in un salone poco distante e vi lascio immaginare quante ripetute su panadas e dolci abbiamo fatto.. siamo CAMPIONI poche storie :-)

venerdì 28 agosto 2009

Oschiri Sapori di Corsa..sarà bigiornaliero per me.Segnalazione Putzu Idu run race

Arriva un finesettimana all'insegna dell'amicizia ad Oschiri per la gara Sapori di Corsa (inserita nel circuito CurrisardiniaAjo) verranno pure i blogtrotters continentali Master e Alvin. 5km più mangiata questa l'idea. Da un lato.
Dall'altro io però ho una tabellina da seguire che mi urla che un medio di 13/15km s'ha da fare.Siccome è un allenamento fondamentale, che mi son un pò saltato a scapito delle gare nel recente passato, ho deciso che..Domenica andrò a correre 2 volte. Si. Voglio dare prevalenza all'allenamento, quindi la mattina mi vedrà sulle strade algheresi a eseguire quella corsa media in cui mi sento ancora carente. Nel tardo pomeriggio più per partecipazione invece sarò ad Oschiri. Sarà divertente fare una sgambata con gli amici.
C'era un'altra opzione.. di fare il medio sabato, nel giorno di riposo, ma ho necessità anche di quello. Preferisco stancarmi bene la sola domenica.
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Segnalo poi che lo stesso giorno (30 agosto) per chi non potrà essere ad Oschiri ci sarà una gara attenzionatami dall'amico corridore sardo Alberto. C'è 2° Edizione della Putzu Idu run race 2009, organizzata dalla Polisportiva Sinis Triathlon . E' Una 5km campestre che si terrà nella marina di San Vero in Milis (OR) (qui la locandina inviatami). Mi sarebbe piaciuto parteciparvi perchè una campestre sarebbe una novità per me, però il trigiornaliero ancora non l'ho mai fatto :-)

giovedì 27 agosto 2009

Sogno cieli plumbei

Mentre il caldo ci ammazza io invece mi sento arboreo..sogno cieli plumbei e tuoni in lontananza. L'atmosfera elettrica prima di un temporale, mentre vago perso per un bosco. Potrei andare là dove già una volta provai queste sensazioni, qui vicino a casa. Già allora, non so perchè vi proposi questa poesia di D'annunzio recitata da Gassman (però vedo il collegamento non è più funzionante così eccola qui sotto). Sono ciclico mi si perdoni..è l'umana natura.

mi emoziona, per l'intensità. e poi le parole son penetranti. Chiudo gli occhi e mi abbandono alla prepotenza dei versi. Chi non desidererebbe intricar i ginocchi nel verde vigor rude, diciamocelo.. :-P

mercoledì 26 agosto 2009

Clandestini tragica testimonianza di un viaggio della speranza

Spesso pensiamo al clandestino come problema. Da trattare con oggettività e fermezza ( Da poco è passato nel nostro paese il reato di clandestinità[cavolata]). Dietro quei disperati che arrivano ci sono storie strazianti, che vanno raccontate. Meriterrebbero più umanità di quante gliene stilliamo, solitamente solo a piccole dosi in certi frangenti tragici come quello di cui sotto.
E' di oggi infatti questo pezzo che ho letto sul sito di Repubblica a cura di Ezio Mauro. Scrive benissimo e mi ha toccato. Lo incollo per condividerlo con un pensiero "e se ci fossimo trovati noi su quella barca? Perchè non sarebbe potuto succedere?! Non scegliamo dove nascere. Siamo solo più fortunati a sviluppare la nostra esistenza in un contesto non disagiato."

Un anno, 4 mesi e 21 giorni
viaggio dalla morte all'Italia

di EZIO MAURO

PALERMO - Italia? È una stanza bianca e blu, la numero 1703, pneumologia 1, primo piano dell'ospedale "Cervello". Un tavolino con quattro sedie, due donne coi capelli bianchi negli altri due letti, dalla finestra aperta le case chiare del quartiere Cruillas, le montagne di Altofonte Monreale, il caldo d'agosto a Palermo. Sui due muri, in alto, la televisione e il crocifisso, una di fronte all'altro.

È quel che vede Titti Tazrar da ieri mattina, quando apre gli occhi. Quando li chiude tutto balla ancora, ogni cosa gira intorno, il letto è una barca che si inclina e poi si piega sulle onde. Titti cerca la corda per reggersi, d'istinto, come ha fatto per 21 giorni e 21 notti, con la mano che da nera sembra diventata bianca per la desquamazione, una mano forata dalle flebo per ridare un po' di vita a quel corpo divorato dalla mancanza d'acqua. La gente che ha saputo apre la porta e la guarda: è l'unica donna sopravvissuta - con altri quattro giovani uomini - sul gommone nero che è partito dalla Libia con un carico di 78 disperati eritrei ed etiopi, ha vagato in mare senza benzina per 21 giorni, ha scaricato nel Mediterraneo 73 cadaveri e ha sbarcato infine a Lampedusa cinque fantasmi stremati da un mese di morte, di sete, di fame e di terrore.

Quei cinque sono anche gli ultimi, modernissimi criminali italiani, prodotto inconsapevole della crudeltà ideologica che ha travolto la civiltà dei nostri padri e delle nostre madri, e oggi ci governa e si fa legge. I magistrati li hanno dovuti iscrivere, appena salvati, al registro degli indagati per il nuovo reato d'immigrazione clandestina, i sondaggi plaudono. Anche se poi la vergogna - una vergogna della democrazia - darà un calcio alla legge, e per Titti e gli altri arriverà l'asilo politico. Scampati alla morte e alla disumanità, potranno scoprire quell'Italia che cercavano, e incominciare a vivere.
Un'Italia che non sa come cominciano questi viaggi, da quanto lontano, da quanto tempo: e come al fondo basti un richiamo composto da una fotografia e una canzone. Titti ad Asmara aveva un'amica col telefonino, e ascoltavano venti volte al giorno Eros Ramazzotti nella suoneria, con "L'Aurora". In più, a casa la madre conservava da anni una cartolina di Roma, i ponti, una cupola, il fiume e il verde degli alberi. Tutti parlavano bene dell'Italia, le mail che arrivavano in Eritrea, i biglietti con i soldi di chi aveva trovato un lavoro. Quando la bocciano a scuola, l'undicesimo anno, e scatta l'arruolamento obbligatorio nell'esercito, Titti decide che scapperà in Italia. E dove, se no?
Fa due mesi di addestramento in un forte fuori città, soldato semplice. Poi, quando torna ad Asmara, si toglie per sempre la divisa, passa da casa il tempo per cambiarsi, prendere un vestito di scorta, una bottiglia d'acqua più la metà dei soldi della madre, delle cinque sorelle e del fratello (200 nakfa, più o meno 10 euro), e segue un vecchio amico di famiglia che la porterà fuori dal Paese, in Sudan. Prima viaggiano in pullman, poi cresce la paura che la stiano cercando, e allora camminano di notte, dormendo nel deserto per sette giorni. Senza più un soldo, Titti va a servizio in una casa come donna delle pulizie, vitto e alloggio pagati, così può mettere da parte interamente i 250 pound sudanesi mensili. Quando va al mercato chiede dove sono i mercanti di uomini, che organizzano i viaggi in Europa. Li trova, e quando dice che vuole l'Italia le chiedono 900 dollari tutto compreso, dal Sudan alla Libia attraversando il Sahara, poi il ricovero in attesa della barca illegale, quindi il viaggio finale.
Ci vuole un anno per risparmiare quei soldi. E quando si parte, sul camion i mercanti caricano 250 persone, sul fondo del cassone dov'è più riparato dalla sabbia ci sono con Titti due donne incinte e una madre col bimbo di tre mesi. Lei ha due bottiglie d'acqua, le divide con le altre, ci sono i bambini di mezzo, non si può farne a meno. Prima della frontiera con la Libia li aspettano, tutti guardano giù dal camion, temono un posto di blocco, invece sono gli agenti locali dei mercanti, li guidano per una strada sicura e li portano nei rifugi, disperdendoli: parte ammassati in un capannone, parte nei casolari isolati, soprattutto le donne. Le fanno lavorare in casa e negli orti, cibo e acqua sono come in galera, il minimo indispensabile. Trattano male, fanno tutto quel che vogliono. Dicono sempre che la barca è pronta, che adesso si parte, ma non si parte mai. Intimano alle donne di non uscire di casa e Titti diventa amica di Ester e Luam, che abitano con lei per quasi quattro mesi. Chi ha parenti in Europa deve dare l'indirizzo mail, in modo che i mercanti scrivano, chiedano soldi urgenti per aiutare il viaggio, per poi intascare la somma quando arriva al money transfer, da qualche parte sicura.
Invece un pomeriggio alle cinque tutti urlano, bisogna uscire, sembra che si parta davvero. Le ragazze dicono che non hanno niente di pronto, non hanno messo da parte il pane e nemmeno l'acqua dalle porzioni razionate, non sapevano: possono avere qualcosa da portare in barca? Non c'è tempo, alle sei bisogna essere in mare, via con quello che avete addosso, e tutti lontani dalla spiaggia che possono arrivare i soldati, meglio nascondersi dietro i cespugli e le dune, forza. La barca è un gommone nero di dodici metri, che normalmente porta dieci, dodici persone. Loro sono settantotto, nessun bambino, venticinque donne. Non riescono a trovare spazio, c'è qualche tanica di benzina sotto i piedi, stanno appiccicati, incastrati, accovacciati, qualcuno in ginocchio, altri in piedi tenendosi alle spalle di chi sta sotto, nessuno può allungare le gambe. Ma ci siamo, è l'ultimo viaggio, in fondo a quel mare da qualche parte c'è l'Italia, Titti a 27 anni non ha la minima idea della distanza, pensa che arriveranno presto. Ecco perché è tranquilla quando arriva la prima notte, lei che è partita solo con dieci dinari, i suoi jeans, una maglia bianca e uno scialle nero. Nient'altro.
"Adei", madre, sto andando, pensa senza dormire. "Amlak", dio, mi hai aiutato, continua a ripetersi mentre scende il freddo. A metà del secondo giorno, quando le ragazze pensano già quasi di essere arrivate, la barca si ferma. Il pilota improvvisato dice che non c'è più benzina. Schiaccia il bottone rosso come gli ha insegnato il trafficante d'uomini, ma non c'è nessun rumore. Adesso si sente il rumore delle onde. Nessuno sa cosa fare. Gli uomini provano col bottone, danno consigli, uno scende in mare a guardare l'elica. Le donne si coprono la testa con gli scialli. Si avverte il caldo, nessuno lo dice, ma tutti pensano che l'acqua sta finendo. Chi ha pane lo divide coi vicini. Un pizzico di mollica per volta, facendo economia, allungandola nel pugno chiuso per farla bastare fino a sera, cinque, sei bocconi.

La notte fa più paura. Non c'è una bussola, e poi a cosa servirebbe, con il gommone trasportato dalle onde, spinto dalla corrente, e nessuno può fare niente. Finiscono i fiammiferi, dopo le sigarette, non si vede più niente. Tutti a guardare il mare, sembra che nessuno dorma. La quarta notte spuntano delle luci a sinistra, poi se ne vanno, o forse la barca ha girato a destra. Era una nave? Era un paese? Era Roma? Cominci a sentirti impotente, sei un naufrago.

All'inizio ci si vergogna per i bisogni, fingi di fare un bagno attaccato con una mano alla corda, chiedi per favore di rallentare, e fai quel che devi in mare. Poi man mano che cresce l'ansia e anche la disperazione, non ti vergogni più. Chi sta male, chi sviene dal caldo e dalla fame, i bisogni se li fa addosso. Quando la situazione diventa insopportabile tutti urlano in quella parte del gommone: "Giù, giù, vai in mare, vai". Ma il settimo giorno i problemi cambiano.
Muore Haddish, che ha vent'anni, ed è il prino. Continua a vomitare da ventiquattr'ore, sta male, si lamenta prima della fame poi solo della sete. "Mai", acqua. Lo ripete continuamente. Anche Titti ripete "mai" nella testa, c'è solo acqua intorno a loro, eppure stanno morendo di sete, non riescono a pensare ad altro. Due ragazzi, Biji e Ghenè, si danno il turno a sorreggere Haddish, altri fanno il turno in piedi per lasciargli lo spazio per distendersi, uno sale persino sul motore. Dopo il tramonto tutti lo sentono piangere, urlare, gemere, poi non sentono più niente e non sanno se si è addormentato o se è morto. "E' arrivato - dice all'alba Ghenè - noi siamo in viaggio e lui è arrivato". I due giovani prendono Haddish per le spalle e per i piedi, dopo avergli tolto le scarpe, e lo gettano in mare. Le ragazze piangono, una donna canta una nenia sottovoce.
Yassief si è portato in barca una Bibbia. La apre, e legge i Salmi: "Quando ti invoco rispondimi, Dio, mia giustizia: dalle angosce mi hai liberato, pietà di me, ascolta la mia preghiera". Titti piange per il ragazzo morto, e pensa che non si poteva fare altrimenti. Adesso ha paura che il viaggio duri ancora giorni e giorni, che il mare li risospinga indietro verso la Libia, non possono viaggiare con un cadavere, e poi hanno bisogno di spazio. "Meut", la morte, comincia a dominare tutti i pensieri, riempie "semai", il cielo, verrà dal mare, "bahari". Le donne si coprono la testa, il sole stordisce più della fame, tutto gira intorno, la nausea cresce, salgono vapori ustionanti di benzina e di acqua dal fondo del gommone. A sera, ogni sera, Yassief leggerà la Bibbia, Giosuè, Tobia, i Salmi, e cercherà di confortare i compagni: noi stiamo morendo, ma qualcuno ce la farà.
Muore qualcuno ogni giorno, ormai, e il numero varia. Uno, poi tre, quindi cinque, un giorno quattordici e si va avanti così. Dicono che i primi a morire sono quelli che hanno bevuto l'acqua di mare, Titti non sapeva che era mortale, non l'ha bevuta solo per il gusto insopportabile, si bagnava le labbra continuamente. Poi Hadengai ha l'idea di prendere un bidone vuoto di benzina, tagliarlo a metà, lavare bene la base e metterla sul fondo della barca, dove i morti hanno aperto uno spazio. Spiega che dovranno raccogliere lì la loro orina, per poi berla quando la sete diventa irresistibile, pochi sorsi, ma possono permettere di sopravvivere. Lo fanno, anche le donne, però di notte. Titti beve, come gli altri. Potrebbe bere qualsiasi cosa: anzi, lo sta facendo.

Dopo quindici giorni, appare una nave in lontananza. Sembra piccolissima, ma tutti la vedono, c'è. Chi ce la fa si alza in piedi, si toglie la maglia ingessata dal sale per agitarla in alto, urla. A Titti cade lo scialle in mare, l'unica protezione dal freddo, l'unico cuscino, la coperta, l'unico bene. Yassief e un altro ragazzo sono i soli che sanno nuotare: lasciano la Bibbia a una donna che ha la borsa con sé, si tuffano, è l'ultima speranza, torneranno a salvarli con la nave e li prenderanno tutti a bordo, dove c'è acqua e cibo. Tutti si alzano a guardarli, ma il gommone va dove vuole, dopo un po' nessuno li ha più visti, e pian piano la nave lontana è scomparsa, loro non ci sono più.
L'acqua è un'ossessione e intanto pensi al pane, al riso, alla carne, scambi i frammenti di legno per briciole, sai che è un inganno ma te li metti in bocca. Senti le forze che vanno via, vedi buttare a mare i cadaveri e non t'importa più. Ora quando arriva la morte butteranno giù anche me, pensa Titti, spero che mi chiudano gli occhi. Non sai i nomi dei tuoi compagni, conosci solo le facce. Al mattino ne cerchi una e non la vedi più, oppure ne trovi una che avevi visto calare in mare, non sai più dove finisce l'incubo e comincia la realtà. Ma adesso in barca tutti sanno che le due amiche, Ester e Luam, sono incinte, anche se non lo dicevano perché la gravidanza era cominciata in Libia, nella casa dei mercanti d'uomini, tra le minacce e la paura. Tutti lo sanno perché loro stanno male e parlano dei bambini. Gli altri ascoltano, la pietà è silenziosa, nessuno litiga, qualcuno sposta chi gli cade addosso dormendo. Anche se non è dormire, è mancare. Non sai quando svieni e quando dormi. Ora allunghi le gambe sul fondo, i morti hanno lasciato spazio ai vivi.
Titti è più forte delle amiche. Quando Ester perde il bambino, è lei che getta tutto in mare, poi lava il vestito, e pulisce il gommone mentre tiene la mano all'amica, che dice basta, tutto è inutile, vado. Muore subito dopo, Titti non piange perché non ha più le forze, quando muore anche Luam due giorni dopo lei si lascia andare. Pensa solo più a morire, scuote la testa quando la donna con la Bibbia ripete quel che ha sentito da Yassief, ed ecco, noi stiamo morendo ma qualcuno arriverà. No, lei adesso rinuncia. Non pensa più all'Italia, non sa dov'è, non la vuole. Non ha più nessuna paura. Ripete a se stessa che dev'essere così in guerra, nelle carestie. Basta, vuoi finire, vuoi solo arrivare al fondo della fame, della sete, di questo esaurimento, non hai il coraggio o l'energia o la lucidità per buttarti e lasciarti andare, affondare sott'acqua e sparire, ma vuoi che sia finita. Persa l'Italia, il gommone adesso ha di nuovo uno scopo: diventa un viaggio per la morte, e va bene così. La diciassettesima notte, forse, Titti si separa da tutto e raduna tutto, la madre e Dio, il cielo, il mare e la morte, "Adei, Amlak, semai, bahari, meut". Rivede suo padre accovacciato, che fuma contro il muro la sera. Si accorge che la sua lingua, il tigrigno, non ha la parola aiuto.
Si accorge dalle urla, all'improvviso, che c'è una barca di pescatori e li ha visti. Arriva, e nessuno ce la fa più a gridare. Accostano, ma quando vedono sette cadaveri a bordo e quegli esseri moribondi hanno paura e vanno indietro. Allora i due ragazzi si avventano, non lasciateci qui. La barca si ferma, lanciano un sacchetto di plastica, ma finisce in acqua. Si avvicinano, ne lanciano un altro. Hadangai lo afferra e mentre lo aprono i pescatori se ne vanno, indicando col braccio una direzione.
Dentro c'è il pane, con due bottiglie. Titti beve, ma afferra il pane. Appena ha bevuto ne ingoia un morso, ma urla e sputa tutto. Il pane taglia la gola, non passa, lo stomaco e il cuore lo vogliono ma il dolore è più forte, ti scortica dentro, è una lama, non puoi mangiare più niente. Ma con l'acqua l'anima comincia a risvegliarsi. Forse siamo vicini a qualche terra. Sia pure la Libia, basta che sia terra. Ed ecco un rumore grande, più forte, più vicino poi sopra, davanti al sole. E' un elicottero, si abbassa, si rialza. Arriva una motovedetta di uomini bianchi, non vogliono prenderli a bordo, ma hanno la benzina, sanno far ripartire il motore, dicono ai ragazzi come si guida e il gommone li deve seguire.
Un giorno e una notte. Poi l'ultima barca. Questa volta li fanno salire. Sono rimasti in cinque: cinque su 78. Chi ce la fa ancora va da solo, Titti la devono portare a braccia. Non capisce più niente, tutto è offuscato, c'è soltanto il sole e lo sfinimento. La siedono. Poi le buttano acqua in faccia. Lì capisce di essere viva. Non chiede con chi è, né dov'è. Che importanza può avere, ormai? Forse non è nemmeno vero, basta chiudere gli occhi per rivedere la stessa scena fissa di un mese, gli odori, gli sbalzi, il rumore delle onde. Così anche in ospedale, dove le visioni continuano, volti, cadaveri, immagini notturne, incubi sul soffitto e sul muro bianco e blu.
Ma se allunga la mano, Titti adesso trova una bottiglietta d'acqua. Attorno non muoiono più. Ieri le hanno dato una card per telefonare a sua madre ad Asmara, le hanno detto che è in Italia. Le persone entrano e le sorridono. Due ore fa un medico le ha raccontato in inglese che hanno perso l'altro naufrago ricoverato al "Cervello", Hadengai, in camera non c'è, l'hanno chiamato per una radiografia e non si è presentato, hanno guardato sulle panchine nel giardino ma nessuno sa dove sia. Lei non vuole più pensare a niente. Tiene una mano sulle labbra gonfie, con l'altra mano, dove c'è un anello giallo alto e sottile, tira il lenzuolo per coprire la piccola scollatura a V del camice. Ha paura che sapendo della sua fuga all'Asmara facciano qualcosa di brutto a sua madre e alle sue sorelle. E però vorrebbe dire a tutti che ha fatto la cosa giusta, anche se adesso sa cosa vuol dire morire: ma oggi, in realtà, è la sua vera data di nascita. Quando non ci sperava più ce l'ha fatta, è arrivata. Non ha più niente da dire, può solo aspettare.
Poi si apre la porta, e arriva Hadengai. Ha una tuta da ginnastica nera, con la maglietta bianca, cammina lentamente incurvando tutti i suoi 24 anni, e spinge piano il vassoio col cibo che vuole mangiare qui. Ci ha messo un po' di tempo ad arrivare, si è perso, è tornato indietro, guardava senza capire tutte quelle scritte, la sala dialisi, le proposte assicurative in bacheca, i cartelli dell'Avis, la macchinetta al pian terreno che distribuisce dolci e caramelle e funzionava da punto di riferimento. Poi ha trovato la camera di Titti. Si è seduto sul bordo del letto della paziente accanto, che sotto le coperte si è fatta un po' più in là.
I due naufraghi parlano sottovoce, lui assaggia qualcosa del pollo con patate che ha sul vassoio, non apre nemmeno il nailon del pane, lei taglia in quattro un maccherone. Ma va meglio, ormai. Non hanno un'idea di che cosa sia davvero l'Italia 2009, fuori da quella porta. Ma prima o poi capiranno che sopra l'ascensore numero 21, proprio davanti a loro, c'è scritto "la vita è un bene prezioso".

lunedì 24 agosto 2009

Ciclo allenamento Ugo Scheda 4 (week3): più faticose le ripetute in pista o quelle sulla strada?

Poche chiacchiere introduttive. Vado subito a snocciolare la settimana..Occhio al quesito che vi pongo sotto giovedì.

Lunedì: 1h15 di lento..dopo la gara massacrante ci voleva. Parto che più piano non si può. Per 6 km non riesco a star sotto i 6'/km (gulp), poi mi sciolgo e come d'incanto il lento inizia ad oscillare sui 5'30. 13 buoni km.
Martedì: Il lento di ieri era anche in preparazione di questo massacrante 20x200 (rec 1' in souplesse ). Tatticamente sbaglio perchè, forte di una giornata in apparenza non caldissima, esco in ore centrali e..na cottura micidiale. L'avanti e indietro sulla costiera vicino ad una bottiglia d'acqua non è servito a molto. Riesco a farne solo 16, alla media di 43" l'uno (3'36"/km). Qualcuno attorno ai 41, una punta a 39, altri verso la fine attorno ai 45! Mi conforta un raffronto statistico. Qualche tempo fa facevo l'identico tempo medio (43") per 10 prove intervallate da 1'30"! Era fine maggio, era al Parco degli acquedotti, su sterrato, ma all'ombra. Di certo in condizioni meno proibitive di oggi. Son contento perchè si accorciano i recuperi e riesco ciononostante a replicare analoghe velocità.
Mercoledì. bicicletta con Lino. Voleva fare un giro verso Capo Caccia. L'ho accontentato. E stata una bella escursione cicloturistica. Sulle salitelle ho tirato. Alla fine son usciti circa 56km

Giovedì: Arrivano prove di ripetute lunghe. 2x3km (rec 1500 ) in pista in un caldo tardo pomeriggio con gli amici Davide e Paolo. Il primo lo tiro abbastanza bene in 13'48 (4'36"/km). Mai fatto un tempo del genere su un tremila da ripetuta.
Nel secondo cedo un pò verso i duemila e recupero nel mille finale. In sostanza 14'11 (4'43"/km). In mezzo un recupero lungo, di 10'. Ho patito un pò il caldo anche in questo frangente.
La pista mi diverte sempre di più. Non riesco ancora a capire se faccio più o meno fatica rispetto alla strada (son leggermente sbilanciato verso la maggior fatica della pista per via delle sollecitazioni elastiche e del girare in tondo. Spero di conservare la sensazione da "molleggiato" donata dal tartan una volta che poi torno a calcare il più volgare bitume!). Sub-domanda sarebbe quale le più utili?!
Venerdì: potenziamento in casa con un buon mix di esercizi
Sabato: riposo
Domenica: 2h di lungo comode mi chiedeva Ugo. Con partenza da casa di Ele all'alba esploro le campagne circostanti alla Landrigga, frazione di Sassari. Mi sfiora l'idea di andare a lambire i famosi giri di baldinca di Davide, poi cambio idea (mica gli posso battere i record! :-P). Mi infilo in una lunga discesa bianca, talmente bianca che tutt'attorno la vegetazione a bordo strada è imbolverata. Sembra neve. Siamo in Località La crucca. Corro da 10,5km oramai..ecco che un cane mi si para davanti e mi fa fare retromarcia. Fastidiosissima la risalita. Nel giro ho calcolato ci saranno due rettilenei di quasi 3 km con 1/2% di pendenza . Insomma per farla breve allo scoccare delle 2h taglio il traguardo di una immaginaria mezzamaratona. Fatica verso la fine, per la disidratazione e per la mancanza di fondo. Avevo il cardio e vedo un pò di "deriva" in gergo, i battiti son saliti verso la fine nonostante la media fosse tranquilla(5'42"/km).
Un bacio della mia bella ha concluso le fatiche della settimana (46km corsa..56 bici )

sabato 22 agosto 2009

Maratona di Firenze..per cercare momenti di gloria

Nel giorno in cui stanno trasmettendo la maratona mondiale di Berlino, bè provvedo a scriver sul blog quello che già in giro avevo detto a destra e manca. Ci sarà una maratona nel mio autunno 2009. Ebbene sì.. la prima italiana, bella e coinvolgente: la maratona di Firenze. Il mio pettorale è il 6426. I numeri si richiamano 26457 fu new york.. 4726 Vienna. Insomma il "26" è fisso.. ed il 4 pure ci ha messo sempre lo zampino!.
Sarà rocambolesca, perchè arriverò all'ultimo istante da Roma. Il pettorale me lo dovrà ritirare l'amica Mary e giungerò giusto giusto per l'ora di cena. Poi il giorno successivo dalla Sardegna, a maratona finita, verrà Ele per una due giorni di visita alla città, che non ci son mai stato a pensarci!
Obiettivi?
Non ho obiettivi di tempo, non so quanto possa andare a fare..perchè per la prima volta non son l'artefice dei miei allenamenti. C'è Ugo che mi dirige.. fosse per me ora mi starei già dando ad una selva di lunghissimi. Invece no, non vedo più in là di due settimane e non so come ci arriverò. E' bello però sperimentare e affidarsi totalmente. Son curioso.
Come la vivo? Meno ansia rispetto al passato..non è L'Obiettivo..sarà semplicemente una breve svolta dal corso principale che sto seguendo che è volto alla velocizzazione. Voglio diventare più veloce su tutte le distanze lo sapete!.
Certo.. so che per far ciò bisogna specializzarsi, magari dedicarsi alla breve distanza. Però il sassolino delle 4ore è troppo fastidioso per non essere levato, ecco forse questo potrebbe essere un riferimento cui puntare! In mezzo ai tanti amici son sicuro mi saprò esaltare..

giovedì 20 agosto 2009

Ugo Sansonetti..un esempio da imitare. 3°anno di corsa

Il corpo
è stato costruito per non essere dietro
una scrivania ma per correre, arrampicarsi,
muoversi, fare degli scatti.
E dunque?
"Facendo sport il risultato è che tutte le
funzioni del corpo, incluso quelle cerebrali,
stanno meglio. E dunque devo
mantenere il corpo in esercizio
. Devo
farlo essere efficiente. Non posso permettermi
il lusso di non mantenerlo al
meglio!

Ugo Sansonetti classe 1919
Così dice uno dei nostri più longevi atleti in un'intervista che ho letto qui (scorrete il pdf a pagina 30). La lettura del pezzo la consiglio a tutti. E' un uomo dalla vita straordinaria ed esemplare. A chi ancora sorride, pensando che cosa possa mai fare un 90enne, consiglio altresì di guardare questa finale dei 100 metri. Ugo (detto Matusalesto) è in seconda corsia .

Ragazzi..avete visto vola in 17"82.. un 90enne che scatta a 2'58"/km!!
E' il più bell'esempio che si possa dare.. Illuminante a 360° per chi si sfiducia per il calo delle proprie prestazioni e molla, altresì per chi non ha mai iniziato a fare sport e vive passivamente il proprio invecchiamento.
Nello scoccare del mio terzo anno podistico (era qualche giorno dopo ferragosto del 2006) io appoggio la filosofia e le parole di Ugo.
L'invecchiamento è ineluttabile, è un processo naturale a cui tutti siamo soggetti. Ma la qualità dello stesso rientra in una buona percentuale nella nostra sfera di dominio. La natura ci regala un corpo efficiente(certo non performante per tutti allo stesso modo) sta a noi mantenerlo tale.
L'atletica è sbocciata come una passione quasi casuale, ma aver scoperto quali benefici essa dona al corpo e alla psiche, bè me la fa diventare un pretesto per stare in forma ed influenzare positivamente i miei anni avvenire.
Parlo di atletica, perchè non corro più soltanto. Salto, balzo faccio esercizi di equilibrio. Mi metto alla prova e scopro che ogni movimento migliora con la ripetizione del gesto.
Io forse potrei essere agli occhi dei più un fissato, uno che eccede. Un pensiero mai condiviso, però ogni tanto mi viene.. mi sembra quasi che quando parlo/scrivo non riesco più di tanto a fare presa, perchè.. faccio troppo!E' buffo..il mio "tanto" spaventa. "Si ma con tutto quello che fai tu.." più volte ho ricevuto questa osservazione in vari contesti quando, magari perchè stimolato, mi son soffermato a decantare i benefici del movimento!
Non serve correre a livello agonistico/amatoriale per stare in forma. Serve solo un minimo di volontà e costanza e di amore per la propria persona, per dedicarsi a qualcosa che faccia stare bene (per me è questo sport, ma per altri potrebbe non esserlo).
Non ho di certo intenti apostolici per carità.. rimango a badare al mio orticello..

..e guardandolo son contento. Ho dato criterio al tutto. Mi ricordo l'anno 2007 il primo vero e pieno, quello della maratona di New York mi distruggevo di km(lì le settimane da 80/90km!) e ammassavo idee balzane che mi venivano in mente. Non rispettavo recuperi, provavo allenamenti di velocità, cui facevo seguitare subito lunghissimi. Certo il ricordo rende tutto più dolce, però così son andato più volte vicino ad infortuni ed affaticamenti. Bello e irresponsabile potrei definirlo.
Il 2008 è stato l'anno del gruppo, della scoperta degli amici di corsa. E di un primo abbozzo di qualche allenamento più sensato. Se nel 2007 avevo voglia di andare lontano, in questo mi è venuto la voglia di andare più veloce. Nasce l'agonista in me. Mi son messo a seguire in modo più coscienzioso alcune tabelline, anche se non tutte adatte!
Questo 2009 sta vedendo sbocciare ancora l'agonista, che ora segue un allenamento personalizzato. Ho avuto la fortuna di conoscere Ugo(non Sansonetti eh!, è l'amico romano), che è diventato il mio "impersonal trainer". Mi diverto tanto. Il gruppo, che seguita a fare gli stessi percorsi, l'ho un pò abbandonato, perchè per fare certi allenamenti non posso seguir i compagni di squadra. Non ho però abbandonato la corsa in compagnia. Spesso ho coinvolto gli amici in miei allenamenti od ho risposto affermativamente al coinvolgimento, da parte loro, in qualche giro. Mi sto facendo tanti amici alle gare e sto iniziando a frequentare la pista, un ambiente divertente perchè permette di ridere e scherzare mentre ciascuno fa la propria corsa.
La chiudo qui dai.. obiettivi? Uno si..un giorno vorrei battere qualche record del mondo dei master 90! Ugo (Sansonetti) sei avvisato.. :-P

martedì 18 agosto 2009

Ciclo allenamento Ugo Scheda 4 (week2): Lo dico a Furio!

aggiornamento: segnalo una interessantissima discussione sul blog di ivo, sul perchè gli italiani son così brocchi nell'atletica. Venite a parteciparvi

Bè quella passata è forse stata la settimana della ripresa in termini di km incamerati (56) Ancora la forma è bassina, ma attendo picchi di prestazione allo smorzare del caldo. Mi piace tenere botta e conservare l'intensità dello sforzo, anche se il caldo, a parità di sensazione mi ancora a ritmi più bassi. Ne sono consapevole e questo è l'importante. Lo sconforto non alberga mai nel mio animo. L' accettazione consapevole di ciò che succede al mio corpo, mi salva. Non mi faccio influenzare da nulla. Taro la prestazione con tutte le condizioni climatiche ed extracorsa e trovo sempre spunti positivi. Son quadrato!

Lunedì: saltano le variazioni 40"-1'20" (dopo un mesetto di 60"-60" era un ritorno al passato forse per rifiatare). Ultimo giorno di pausa a causa del fastidio alla costola

Martedì: ve l'ho raccontata. La salita della gara di villanova, per assaggiarla in 36'. Cattivo mostro. Se venite qui e volete farla, entrate nell'ordine di idee di stringere i denti 30/40' a seconda del vostro livello. Picchi di sofferenza elevatissimi!
Mercoledì: C'era il potenziamento. Esco per riscaldarmi. Venti minuti massimo penso. Mi strombazzano invece Pierpaolo e Sebastiano in macchina, incontrati per caso e.. mi catturano per un lento di 11,6 km a 5'48"/km rilassantissimo. Poi ho comunque fatto gli esercizi. Diciamo che mi son recuperato un pò di km persi i giorni scorsi
Giovedì: Grazie a Lino che mi ha tirato per dodici 400 in pista (rec 1'30 souplesse). Caldo intenso. E' uscita una media non elevata di 1'43". Qualcuno, interpretandolo in due (tiravamo uno a testa),l'abbiam preso piano per sbaglio; altri, gli ultimi, scoppiato invece vicino al 1'50" (l'ultimo però dignitoso 1'44!). Ah c'è anche qualcosa attorno e sotto il 1'38" nei primissimi.
Venerdì trail. Roba breve. Dovevo fare sterrato da dettame Ughesco.
Corro nel praticello vicino a casa, poi sul percorso della scogliera. Faccio un giro del mio circuitoda 4,3km molto tecnico "di riscaldamento, poi il secondo lo faccio tirato". Il secondo non l'ho mai fatto, ma non per caldo o altro. Ho avuto un incontro sulla scogliera tragicomico. Una macchina appartata (è luogo di coppiette di notte) ed un tipo ad essa vicino, che IN MEZZO al sentiero stava andando di corpo. La scena me la son vista davanti improvvisa. Una semicurva mi ha nascosto quel che stava accadendo. Anche il tipo sorpresissimo ed imbarazzatissimo ha farfugliato un mi scusi mentre già qualcosa penzolava dal suo retro. Io a lui mi scusi lei ho fatto retrofront ridendo come un disgraziato. Ho riconvertito il tutto in un ritorno al praticello vicino a casa. Alla fine comunque 40' di sterrato sconnesso li ho incamerati
Sabato pausa
Domenica: Della gara in salita di Domenica vi ho già detto. Alla fine con il riscaldamento un ventello di km li ho fatti!Era un pò che non correvo 2h! (nota: ho sostituito con la gara 45' di medio!)

lunedì 17 agosto 2009

Gara Villanova mare: Non son mica Usain Bolt :-)

Premessa: i risultati della gara Dal mare alla Montagna sono qui

Son le 21:31 di ieri sera. Due pazzi in quel di Villanova sprintano tra le vie del paesello. Ma come? La gara di corsa in salita dalla spiaggia di Poglina a Villanova non si era conclusa poco prima!?
Mathias e Lino sono alla disperata ricerca di un bar, un televisore, la finale mondiale dei cento metri è lì per incominciare! La rincorsa termina al Blu Bar. Ci sediamo e riusciamo a gustarci un momento storico.

Ammirare Usain Bolt fare un 9"58 è qualcosa che lascia esterefatti. Son contento di avere visto in diretta un momento sportivamente storico.
Osservarlo volare attenua le sofferenze di questa gara massacrante. I gradi che avevo preannunciato nello scorso post si son presentati tutti.
Giù alla spiaggia riesco a conoscere un altro blogger, Filippo, mentre mi destreggio nei rituali dell'attaccatura del pettorale, l'esibizione della bandana trail che fa sempre molto figo ed il mio fido zaino idrico, utilissimo in questa gara. Sembra che sto per partire per il deserto!
Anche se non son in formissima in questo periodo (sto riprendendomi da qualche settimana un pò così), confido sul margine accumulato in questo anno. A mente ho l'1h52 dell'anno passato, da stimolo per far meglio. In effetti che son più forte si vede dal piglio con il quale affronto il percorso ondulato con il quale ci si fa sotto al salitone. 4,4 km dove è facile farsi prendere dall'entusiasmo, che poi si paga tutto sul seguente e durissimo tratto di salita al 10%. Arrivo ai piedi dell'erta senza tanto dannarmi che son passati 24' e qualche secondo. Son già con un vantaggio di 1'15"! E' bello, mi sento forte..ho salutato Lino e tutti gli amici, che son partiti da subito alla ricerca del loro passo.
Però quella salita non la digerisco. Il caldo inizia a picchiare. Oddio devo fare 5km così. Provo a zigzagare un poco, per smorzare la pendenza. Son in sofferenza. Ed ho ancora tanti km da fare. Vedo volti noti, mi incitano. Molti attorno cedono alla camminata. Io no, mulo tra i muli, salgo cercando di scacciare tutti i pensieri negativi. Ma vado dannatamente piano, lo percepisco. Il Mathias 2008 su questa salita si era allenato parecchio (con la gara la fece 5 volte!!) e "da sotto" inizia a menare e recuperare, inesorabile. Sarà all'ultima curva in cima, credo che mi abbia preso. Allo scollinamento son sotto di 15", vedo ora. In pratica ho perso 1'30" su questo tratto, son andato a 7'40"/km!
La piccola discesa mi fa rifiatare. Sebastiano, alla frutta sul salitone, mi fa da punto di riferimento per avere un'idea di passo da tenere in questi 2,3km transitori. Viaggio nell'ordine dei 5'30"/km. Nota di colore, alle spalle mi lascio anche un bancario romano che in salita mi ha riconosciuto. Legge il blog ed era stato anche a Colonna al trofeo Pallavicini.. ah la notorietà :-P (qui lo saluto se legge!)
Mi porto sotto la seconda ascesa con un progressivo fastidio sotto la pianta del piede. L'acqua che mi son rovesciato addosso è finita nelle scarpe e.. ci va a nozze con i calzini. Effetto abrasivo per una bolla bella grossa e fastidiosa! Un ragazzo dell'amatori nuoro nel frattempo mi supera un attimo, facendomi i complimenti per non avere mollato un metro in salita. E' molto più forte sul piano, ma se la strada sale non la digerisce e quindi da lì a poco lo riprendo. Ci son 4,5km di salita più dolce (5%?). Son alla frutta, forse mi manca anche un pò il fondo. Calo a picco. Nonostante il percorso non sia più così duro io più di 6'30"/km non vado. Il Mathias 2008 se ne è andato, me le ricordo le sensazioni di facilità dell'altro anno. Là in cima allo scollinamento, dove poi inizia la discesa per il km finale transiterà prima. Arrivo attardato di 1'02"!
Discesa, disperata discesa. Mi ci fiondo..accelero quel tanto che posso, corro sulla bolla che percepisco infiammata. Soffro, ma recupero un pò. Il Mathias 2009, anche se claudicante, è più performante sul piano ed in discesa. Il finale di Villanova è sempre molto bello, particolarmente esaltante per il calore della gente e dei bambini che chiedono il cinque. Impossibile non finire con un mega sprintone..di quelli che ti esaltano. Limito un pò il distacco. 54" in più. Son rimasto nell'1h52 (1h52'54") per questi 17,9 km (da garmin). Molti so che hanno messo qualche minuto in più rispetto allo scorso anno. Lo stesso vincitore Rutigliano (1h05 e mezzo credo, contro 1h03').! Poi..doccia calda, Bolt, cena con gli amici, già lo sapete...
Non son deluso della mia prova, perchè so da dove vengo e mi sento decisamente più gagliardo rispetto al passato. Senza una preparazione specifica come l'altro anno, con pochi km nelle gambe (ho settimane da 30 km alle spalle recentemente!!) ho comunque retto e venduto cara la pelle, mettendo in scena un'esaltante e virtuale sfida tra il Mathias 2008 e 2009!


domenica 16 agosto 2009

Mondiali atletica di Berlino..le prime impressioni.. e pre gara

Questo evento decisamente mi intriga. Per chi ama l'atletica e a livello amatoriale ci da dentro con gli scarpini, vedere i grandi campioni menare il tartan crea un senso di ammirazione che difficilmente è spiegabile.
Penso che Eleonora sia perplessa nel vedere i miei gridolini tipo "ohh".. ha fatto un giro in, pensa che io invece ci metto X. (ma non c'è altro alla tv? lei)
A cavallo tra la prima giornata e la seconda mi son entusiasmato così per una finale dei 10000 femminili, con una keniana di nome Masai, che fa un recupero incredibile e vince negli ultimi metri. Ho visto le qualificazioni dei cento e mi son impressionato della potenza di quegli armadi umani..
Ho visto poco fa gli 800 femminili, batterie: Elisa Cusma, che non la conoscevo molto ed ho constatato che sembra essere una delle più promettenti atlete italiane. Ho altresì visto quanto son grassi i lanciatori del peso..(ma perchè?). Sto andando a ricordi sparsi.
Quello che noto è che però, rispetto alle tante edizioni passate di atletica viste distrattamente, mai come quest'anno son così preso. Segno di passione e innamoramento (quella che invece ad esempio è scemata per il calcio, vi giuro non so nulla di campagne acquisti o simili..e non mi interessaa) ?!

Mi rammarico che stasera non vedrò probabilmente la finale dei cento con lo scontro Bolt e Gay.. io sarò di gara, la mia in quel di Villanova. La temperatura non è gentile, se rimane come ieri durante la gara ci saranno 34° e 60% di umidità che ci accompagneranno nei 18 km di gara in salita! Devo essere saggio nell'affrontarla. Ci terrei a battere il mio 1h52 dell'anno scorso, ma prima di tutto vorrei arrivare al traguardo integro!!

venerdì 14 agosto 2009

Superenalotto una truffa di Stato appoggiata dalla grancassa mediatica

Devo ammettere che son un pò incoerente..quante volte con Ele mi son trovato a fantasticare di vincite e numeri da giocare in questi giorni. Impazza la febbre del superenalotto, tutti giocano al superenaloto..però, sta di fatto che ancora io non ho giocato e ho trovato un interessante articolo che mi fà pensare.
Mi fermo a riflettere e dopo tutto colui che scrive da voce ad un pensiero di sottofondo
" ma non è che il superenalotto è in fondo una grande truffa di Stato?"
Le scommesse sportive leggendo vengono solitamente tassate del 5%, alcuni giochi pubblici del 20/30%, il superenalotto del 53%! Lo Stato da questo enorme volume di giocate trae notevoli entrate. La mancata uscita di questo 6 ha generato 1,5 miliardi di euro di giocate, 800 milioni netti intascati dallo Stato.
Il superenalotto è una tassa quasi incosapevole che viene pagata dal bel paese, a fronte di possibilità individuali di vincita pari a zero (probabilità di 1 su 624milioni). Ma si che in questi 12 anni di gioco (esiste dal 97) la frequenza dei 6 è stata elevata, rispetto a quello che, teoricamente, sarebbe il volume di giocate necessario per farlo uscire (leggete se volete perder tempo questo raccontino sulla differenza tra probabilità e frequenza nel superenalotto e sulla legge dei grandi numeri)
Se guardo solo alla frequenza di uscita, queste lunghe pause che portino il jackpot oltre i cento milioni di euro mi puzzano un pò.
Anche a non voler essere maliziosi e pensare che sia tutto ok ed in regola, c'è una cosa che stona.
La grancassa mediatica spara la notizia della mancata estrazione in ogni edizione di ciascun telegiornale. Lo mettono appena dopo la cronaca.
Ti rimbecilliscono la testa. Vengono a giocare anche dall'estero. Dovete giocare, perchè almene avete una possibilità. Solo chi non gioca non vince.
Due euro due volte alla settimana, moltiplicato che ne sò due/tre mesi.. per coltivar un sogno. Alla fine creano una forma mentis, una predisposizione al gioco ed una quarantina d'euro ce li spillano senza neanche accorgecene. Parlo di chi è moderato. Il martellamento getta anche i semi per far nascere nuovi malati da gioco, che non si limitano alla schedina semplice, ma che si avventurano in spese di decine di euro per ciascuna giocata.
C'è qualcosa di perverso in tutto questo, non so se lo sto cogliendo solo io. Non è più informazione. Ci stanno annacquando il cervello. E se lo riescono a fare con il gioco, ugualmente (qualcuno ci penserà) potrebbero orientare altre nostre scelte..

mercoledì 12 agosto 2009

Salita della Villanova mare..gli slalom di Lino


Dopo un anno ritorno a provare la salita che definii dalla fatica nera, quella della Villanova mare. Il pretesto è di farla provare all'amico Lino, qui in vancanza, per renderlo conscio delle insidie che lo attenderebbero Domenica prossima, caso mai volesse iscriversi alla gara podistica Alghero Villanova.
Presto detto assoldo anche gli indomiti Peppino e Pierpaolo ed una macchina è bella e che organizzata.
C'è aria di prove generali per me. Decido di salire con lo zaino idrico a mezzo carico(1l) per simulare l'assetto da gara. Le gambe son fresche, ma immobili da 4 giorni di riposo precauzionale(per la costola). La notte galoppa e ci corre incontro. C'è poco tempo. Dal momento in cui iniziamo a correre, attorno alle 20, sarà una sfida con il buio per arrivare in cima.
Lino è un ottimo runner, uno spirito positivo, che sa come affrontare la salita. Imparerò qualcosa da lui, come vi dirò.
Ci portiamo sotto l'ascesa che non son passati neanche poche centinaia di metri dalla macchina. Io parto, come ero solito fare lo scorso anno, per misurare il tempo. Lino al mio fianco..Peppino e Pierpaolo accorti dietro al loro passo. Questa ascesa di 5,2km 10% di pendenza mi aveva visto migliorare ben 4 volte negli allenamenti all'alba targati 2008. Ero arrivato a salirla sin a portarmi a 34'40". Poi in gara crollai ad oltre 38' (ma c'eran anche 35° in un caldissimo pomeriggio)!
Oggi..bè io l'ho presa con il piglio di quel mio record. E' facile farsi prendere dall'entusiasmo quando corri con a fianco runner vacanzieri e più forti di te. Un km che forse, per le condizioni di ieri, non potevo permettermi in 6'. Inizio ad ansimare, Lino piano piano se ne và. 5..10..30metri. Cerco di tenerlo a vista. Da dietro sento che arrivan anche i due saggi Peppino e Pierpaolo. Già crisi, porca paletta. Sborone io.. La pendenza mi affossa. Lino intanto davanti..slalomeggia! Cosa?! Lo guardo curioso, piccoli e brevi slalom, come stesse scansando dei birilli posti in linea retta. O bella..fa più strada così penso dentro di me. In realtà quello che sto vedendo è l'insegnamento dell'alpinista. L'uomo della montagna (vien dalle parti di Sondrio, è nato vicino al Mortirolo!) mi regala un'accortezza che d'ora in poi potrei fare mia. Quel brevissimo slalomeggiare gli smorza la pendenza e gli consente di salire ad un passo più veloce di quello che le sue gambe potrebbero permettersi se procedesse diritto. Accortezza da skyrunner, riproposta in scala minore (le pendenze qui son nettamente inferiori ai sentieri alpini, ma la tecnica funziona sempre!).
Io intanto faccio a gara con il sole per vedere chi muore prima. 7'32" il secondo km. Soffro, devo recuperare la sparata iniziale ancora. Sarà solo nel 3°(6'36") che, complice un brevissimo pianoro che porta sotto il tratto più terribile, respiro un pò.
Il sole cala e mi trovo ad affrontare l'orrido tornante che da in bocca ad un rettilineo di 1300 metri che taglia in diagonale la montagna. La pendenza è elavatissima qui. Segno un 7'56" nel 4°km. Son cotto, ma manca poco. Se non avessi maturato solamente con il senno del poi il suggerimento di Lino, lo metterei in pratica. Mi ostino invece a far meno strada possibile e la pago. La pendenza rimane ancora molto forte nei primi 700 metri che portano al 5°km. L'andatura è simile se non peggio, sto planando verso gli 8'xx. Fortuna la strada si placa quasi improvvisa e prima che il garmin bippi riesco ad allungare e ad "aggiustare" il parziale (7'17"). Oramai in piano alla macchina manca un nulla, due centinaia di metri, durante i quali mi propongo in sprint sino al quadrivio, la fine del mio rilevamento Stop. 36'07". Morto. Trovo Lino sorridente. Farfuglio qualcosa. Peppino mitico tira fuori una birra dal frigo. Li per lì non ci bado neanche e non lo ringrazio neppure per la trovata che è strepitosa(grazie Peppì!!). Se ci fosse Lucky penserebbe che è una consuetudine che noi reintegriamo con un bicchiere di birra lo sforzo! Brindiamo all'allenamento e strappiamo a Lino la partecipazione alla gara. Son contento di aver regalato un altro fantastico tramonto ad un amico turista. Lui per ringraziare mi "obbliga"agli allunghi che dovevo fare e che avrei saltato..
Queste uscite di gruppo danno una soddisfazione che ti rimane attaccata addosso e affossano medie, tempi e km. La gioia di una conquista collettiva, come può esser un salitone del genere si eleva soprattutto. La gara sarà dura, ma venderemo cara la pelle sicuro. :-)

lunedì 10 agosto 2009

Ciclo allenamento Ugo Scheda 4 (week1):tra scala piccada e..la barca a vela!


Decisamente meglio. Questo di oggi sarà il terzo giorno di riposo completo ed il fastidio da 1 a 100 è precipitato a sensazione 10, merito anche dell'antinfiammatorio preso ieri. Già ieri, stupenda giornata in barca a vela con Ele e mio fratello, "marinaio" e appassionato velista. Si è fidato a portarci. Non acquisirò mai la dimestichezza necessaria e sarò sempre impacciato di fronte a corde e vele, ma..che bello ragazzi. A barca(J24) assettata nel modo giusto e consegnata al sottoscritto timone in mano ho provato l'ebrezza di una bolina. Che bello timonare la barca inclinata, con la fiancata quasi in acqua! Peccato aver avuto i movimenti limitati dal fastidio costale, me la sarei goduta ancora di più. Ad ogni modo è stata una divagazione piacevolissima nella passione di mio fratello. Devo dire che anche Ele se la cava bene..
La mia passione invece è in stand by, ma credo che a domani sera, con lo scoccare del quarto giorno completo di riposo riprenda l'approccio con le scarpette. Con gli amici di corsa abbiamo in programma una prova di quella salita che sarà Domenica prossima teatro nella gara della Villanova mare. (qui il racconto dell'altro anno di Dal Mare alla montagna)
Intanto guardo la settimana podistica trascorsa (la prima di scheda 4) e l'archivio con i suoi monchi 28km.

Lunedì di variazioni 60"-60" (x40') a 4'09"/km e recupero a 6'30"/km fino alla 3°ultima. Qui noto ha del clamoroso il recupero, nel senso che in rapporto alla velocità del minuto veloce, mai mi ero tenuto così lesto in quello lento. Di solito il crollo verso un minuto lento in souplesse arrivava dalla decima variazione. Qui son arrivato quasi fino alla fine con un dignitoso recupero. Solo le ultime 3/4 son state lente oltre i 7'/km. Mi annoto anche una buona mezz'ora tra riscaldamento e defaticamento in un prato sconnesso vicino a casa, veramente gradevole.

Martedì: Potenziamento abbozzato. A saltare con il fastidio al costato mi veniva male. Ho fatto solo qualche esercizio statico tipo sollevamenti gamba tesa o alzate su gradino, qualcosa per i polpacci..insomma così.Però mi son concesso un bel riscaldamento di corsa, che altre volte avevo per pigrizia saltato(nel solito prato, quando mi fisso..è divertente correre trail!)!

Mercoledì: Quella scala piccada famosa, raccontata l'altra volta con i blogtrotters. Di 6" sui tratti in salita non è uscito il mio best negli intermedi. Va da sè che ho fatto ciononostante il record complessivo perchè nel raccordo tra una salita e l'altra anzichè rifiatare ho tirato! Ottime sensazioni! (doveva essere 8x500 in salita, ma ho preferito questa scalata di gruppo!)

Giovedì: Una corsa che non doveva esserci, ma che ho innestato volentieri. Con Lino giornalista di Rw, quello che ha scritto quel famoso pezzo sui trotters mi son concesso 11km lenti a 5'38"/km con lieve progressione finale. Nel pomeriggio nel frattempo prendevo il secondo colpo alle costole.

Venerdì: il 6x1000 in pista(rec 500). Il fastidio è venuto a smorzarmi la seduta. Riesco a "farne" solo 3. Il primo mi da un 4'20". Il secondo 4'24" con progressivo fastidio. Il 3° mollo ai 600 e lo chiudo in 4'40". Basta. Cammino, vedo Davide e Paolo che tirano il loro allenamento. Sconsolato mi siedo in tribuna e aspetto finiscano.

Sabato: era già previsto riposo
Domenica: Mi salto 1h30' con dentro 30' di medio, ma lo sostituisco con la bellissima uscita in barca raccontata sopra!
Anche questa settimana quindi manca di parecchi km..sto rifiatando. Frenare un pò mi si diceva non fa male. Sento le gambe belle reattive, anche ieri camminando le percepivo fresche, non caricate dalla consecutività degli stimoli allenanti e.. con una voglia di correre a lungo e veloce!. La gara di Villanova settimana prox sarà l'occasione, includendo il riscaldamento, di tornare comunque a visitare il paio d'ore di corsa e togliermi tutte le voglie!

sabato 8 agosto 2009

Costola Incrinata o contusa e Mathias si ferma!


Si era insinuato tra un post e l'altro la vicenda del mio costato. Settimana scorsa ero caduto da uno scoglio con una botta sul fianco destro all'altezza delle costole. Dolore che poi piano piano stava dissolvendosi. Le mie corse me le ero fatte, anche belle impegnate. L'altro ieri però giocando in acqua con un amico in una colluttazione giocosa ho ricevuto senza accorgermene un colpo nello stesso punto. Nelle ore seguenti della sera e ieri durante il giorno il fastidio era più intenso di quello che avevo provato il primo giorno quando ero capitombolato dagli scogli.
Questo cappello per dirvi che l'allenamento di ieri sera non son riuscito a terminarlo. Mi son trovato in pista con Davide e Paolo per il mio bel 6x1000. In corsa lenta e riscaldato non lo sentivo quasi e oserei dire che avrei potuto correrci su. Durante le ripetute però, sotto sforzo il fastidio mi ha fatto fermare(al 3°). Non aveva senso correre con una morsa, come una mano invisibile sul busto. Parlando con chi ha già avuto queste problematiche sembra che non sia una cosa grave la mia. Ho sentito parlare di dolori lancinanti anche camminando o di dormire quasi da seduto per l'impossibilità di appoggiarsi sul petto.
Io ho un fastidio che è quasi paragonabile alla sensazione di uno strappo. Come se qualcuno mi stesse perennemente premendo con un dito nella parte interessata. Si accentua un pò quando respiro a fondo o se mi ci sdraio su, talvolta se faccio torsione. Insomma non urlo dal dolore, ma è na bella rogna.
Il riposo precauzionale è l'unica via per quanto riguarda la podistica arte. Non so se tra qualche giorno, magari smorzandosi la sensazione, potrò ritornare alla corsa (seppur fosse jogging). Ho la gara di Villanova mare, là il 16 agosto. Ci terrei tanto a farla..più in generale però vorrei riprender il mio corso di allenamenti da dove lo sto lasciando oggi!

giovedì 6 agosto 2009

Scala Piccada conquistata dai trotters!si festeggia con la birra



Aggiornamento: ecco le foto, credo la più bella foto in corsa che mi sia stata fatta dopo l'arrivo di New York. Grazie Barbara, che sospensione
Se aveste visto il tramonto ieri sera sulle rampe di Scala Piccada, stupendo..
L'abbiamo sfidata con i blogtrotters Lucky Davide e Paolo e l'amico di Alghero Giuseppe. 5 pazzi scalmati ed una ragazza lassù (la compagna di Lucky) ad aspettarci in cima, dove avevamo lasciato una macchina. C'è un altro elemento a comporre la serata di ieri: Peppino, amico che leggendo il blog ha saputo della corsa ed è..venuto a farci assistenza sul percorso. Incredibile ed encomiabile il suo supporto! Ce lo siamo trovati alla base della salita, per il mega sorpresone Peppinooo tu quiii
In pratica se si diffondeva anncora un pò la voce usciva una gara con tutti i crismi (non sarebbe male fare una cronoscalata!)
I miei amici sulla mia salita, a sfidarla per trovare una soddisfazione: c'è chi la gioia la trova in un bel tempo, chi in uno sguardo sul sole calante; chi invece, come me ieri, era semplicemente contento di quel connubio di amicizia e sport che avevo organizzato. Ero contento di averli lì e basta. Certo, ho anche corso con intensità. Bandana nera e agonisticamente cattivo. Nei primi 700/800 metri ho tenuto nel mirino Lucky e dietro Paoletto. Poi loro di passo superiore hanno fatto la salita quasi sempre un tornante sopra. Io son salito sui miei migliori tempi in salita (primo tratto ho pareggiato il mio best, secondo tratto di soli 6" peggio). Ho strappato il mio miglior tempo, perchè nel piccolo rettilineo piano di raccordo tra le due salite ho tenuto un passo non da recupero, come avevo fatto l'altra volta. Morale..28'11" una 15" di secondi di best. Di astuzia più che altro. Ma le sensazioni sono ottime. Il caldo era ancora persistente. I miei amici? La storia racconta che Paolo a -800 metri dal termine abbia scattato lasciando indietro Lucky che fino a quel momento gli era stato affianco. Una qualche decina di secondi(non so il tempo di lucky). 25'21 per la furia di Ossi invece. Davide? non l'abbiamo visto, è partito come un cane selvatico, arrivando in cima ai 5,1km in 23'50". Forse forse l'ha presa anche troppo veloce, dopo aver guadagnato un margine enorme, nel secondo tratto ho idea che i 3 (lucky paolo e davide) abbiano viaggiato allo stesso passo!
Giuseppe di Alghero invece ha chiuso in 33'..ma non si poteva chiedergli di più, visto che ha ripreso a correre da poco (di solito mi stacca di minuti).
Su in cima avevo gli allunghi da 200..ne ho fatti un paio, stavo iniziando a girare anche sui 38", poi ho visto le birre.. Si!, le birre!
Aneddoto:
Paolo Domenica aveva vinto birra inchusa alla lotteria post gara e le ha portate con la borsa frigo per ristorarci!.
Ragazzi ci siamo messi a sorseggiare una fresca birra là in cima. Una goduria, non c'è niente di più bello per riprendersi dallo sforzo intenso. Al diavolo gli altri 3 allunghi perciò. Ci son parecchie foto, ma le ha lucky..le allegherò come ricordo di questa serata veramente speciale, quando arriva a casa (partiva oggi)!

martedì 4 agosto 2009

Ciclo allenamento Ugo Scheda 3 (week 5):tra pista e cadute

Una settimana, l'ultima della scheda 3, praticamente già raccontata. I post hanno dato conto di quasi tutto quello che è successo. Cazzo se mi sono divertito! Scusate l'oxordiana scurrilità, ma è così.. Una 7 giorni in nome della pista e di picchi memorabili. E si che ho fatto pochissimi chilometri, solo 36, in luogo di un numero molto maggiore che avrei dovuto fare da tabella. Dovevo però operare delle scelte. Il tributo da pagare alle gare è stato un pò di riposo nel finesettimana!
Sinteticamente
Lunedì le variazioni in pista 60"-60" (x 30' ,) con una prova alla fine di un 1000 per vedere i passaggi (4'12, con morte progressiva ad ogni giro..ohi ohi, la vedevo brutta per la gara..ma simulare dopo essersi scartavetrati con le variazioni è difficile)
Martedì: la mezza scala piccada abortita per il caldo, ma gli allunghi sui 200 memorabili che mi hanno fatto atterrare due volte nei 34"
Mercoledì di potenziamento tranquillo
Giovedì di grande test sui 5000 con lucky, anche questa corsa accorciata in defaticamento e riscaldamento per insegnare all'amico lepre qualcosa sul potenziamento

Ecco il bivio.
In serie mi si presentavano la gara sui mille venerdi e a seguire sabato la gara della mercede 7.6km, oppure una due giorni di riposo in pratica + un lungo di 2h la domenica con dentro 45' di medio.
Scelgo la via della tenzone, perchè gli amici son tutti là..con però un pensiero nascosto, una speranza di riuscire a fare anche il lungo. Accantonata serenamente sabato sera.
Logico che dopo la serie di garette mi sentirò una pezza e la Domenica non avrei fatto un passo neanche camminando (in effetti ho fatto il bradipo). Oltretutto questa è stata la settimana in cui son caduto da una scoglio(sabato) e vi dirò ho un fastidio al costato ancora adesso mentre scrivo. Non penso sia una costola incrinata, solo una grossa botta.. diciamo che è stato un incentivo a rifiatare da questa intensa e breve settimana. I km sulle gambe li metterò su in seguito. La condizione fisica rimane alta, son infatti sempre paraculo e se anche una seduta non la riesco a svolgere intera, la parte centrale, il nucleo allenante lo faccio sempre..

domenica 2 agosto 2009

Alghero - Corriamo verso la Mercede 2009: bel garozzo


Se ancora non avete visto la mia gara sui mille, guardate il post precedente che c'è il filmato.
Questa foto sopra invece è stata scattata pochi istanti dopo la fine della garetta della Mercede qui ad Alghero. Una bella gara perchè noi blogtrotters abbiam potuto contare anche sulle presenza del "forestiero" Lucky. Un caldo torrido (sensazione mia personale), ci siam ritrovati nella piazzetta della Chiesa, dove ci hanno caricato sui pullman e portato alla partenza, al santuario di Valverde. Parlo con tutti..vorrei come sempre clonarmi perchè mi sembra di far torto agli amici che magari non mi vedono da tempo e talvolta sto con loro il momento di un rapido saluto.
All'ombra non si sta neanche male, ma quando mi viene l'idea di riscaldarmi inizio a grondare..sarà veramente dura oggi. La pista dei giorni scorsi mi rende anche stanchino. In fondo dopo il test, seppur non tirato alla morte, sui 5000 del giovedì e il 1000 della sera precedente, oggi la voglia di dare il massimo non è alle stelle.
Si aggiunga che in mattinata mi è capitata una vicissitudine rocambolesca, nel senso che son capitolato da uno scoglio, graffi, botta al costato con fastidio persistente, un doloretto dietro la schiena, parte bassa sopra il gluteo. Ma dovevo esserci, giocavo in casa e con gli amici trotters avevam pure deciso una pizzata post gara.
Eroico al via. Magicamente grintoso una volta partito. Davide Paolo e Lucky non son arrivati lontani l'un dall'altro. Io dietro, ma non nelle retrovie stavolta. Ho fatto una gara veramente bella ora che la guardo, qui nel tabellino sotto.
Certo mi rendo conto che non riesco ancora a regger il passo di alcuni amici. Lo scatenato Peppino, commentatore di blog e amico di squadra, che nonostante il mio primo km più veloce (4'28"), con quel passo si è lentamente allontanato. Alla fine ci sta sempre l'altro amico Massimo, il velocista come gogliardicamente lo sto chiamando dopo il suo mille di ieri. Siamo io e lui ed un altra ragazza(Tiziana?) che ci facciam compagnia fin verso quasi il fine gara. Viaggiamo che è un piacere.
Dopo una calmata al 2°km, alla ricerca di un ritmo più consono (lappavo a 4'49"), ecco subito la parte più dura.Il 3° e 4° km son pepati da due salitelle di 250 e 500 metri al 2/3% circa. Niente di che, si prendono quasi di slancio direi, ma devi pagare un minimo di rallentamento nella velocità di crociera. Mi impressiona perciò vedere che comunque l'andatura si è tenuta così buona sotto i 5'/km. E si che Pierpaolo, il piccoletto in piedi nella foto(anche lui più forte, pesa na piuma ed è alto due mele poco più), nel superarmi mi predicava calma e di rallentare l'andatura che sennò si scoppiava così. In cima al 4°km bottiglietta più per docciarsi che per altro e via verso un dolce falsopiano a scendere in città. Massimo e Tiziana avanti di poco. Io inizio ad ansimare parecchio. Sento il 1000 di ieri, son un pò stanco, ma non manca tanto. Il ritmo cresce all'approssimarsi delle case. Tiziana di passo superiore se ne và..fossi stato fresco avrei replicato al suo cambio ritmo, ora no. Rimango con Massimo, penso sarà un altro dei tanti nostri begli arrivi insieme. Mi dice che ha la bocca secca, sapesse la mia. Si defila purtroppo. Io provo tenere a vista Tiziana e allungo un attimo. Qualche automobilista incazzato strombazza furioso (milanesi in vacanza!?) al passaggio (parentesi: signora che tornando dalla messa del santuario sfrecciava in macchina in mezzo alla gara, è da denuncia, le è andata bene non ho preso la targa).
Io allungo. Mi sento cotto ma viaggio fisso sotto i 4'40"/km e a dir la verità il garmin ogni tanto mi da delle istantanee a 4'20"/km. Termino infine nella curva a 90° per entrare nel cortiletto della Mercede. Stringo mani a destra e manca.
Bello..veramente. Mi tuffo nell'archivio e ripesco la corsa dell'altro anno (furono 21"/km in più), alla faccia del miglioramento.
Ora rifiato, di sicuro stacco qualche giorno dalle gare e torno agli allenamenti consueti. Non calcherò la mano però in intensità sin che non mi sarò ripreso(promessa seria?! :-)). Per pestare giù duro come direbbe l'amico Ivo, serve anche freschezza mentale.

sabato 1 agosto 2009

Currichisimagna:Grazie Mille Sassari. Corsa che manifesta la voglia di pista


Aggiornamento Ecco il video, sotto il racconto. La scelta della maglia bianca permette di seguirmi anche quando son puntino sul rettilineo più lontano. Qui invece potete vedere un mille veramente forte, quello della batteria A, con Enzo mio amico a 2'50". I risultati infine ricordo li troverete qui.

si amici, sentendo anche i miei compagni di avventura ieri sera, la pista a noi piace. Ci si diverte veramente tanto.
Devo veramente ringrazione l'associazione che ha organizzato l'evento: la currichisimagna
E' un'associazione trasversale, che lega i corridori sardi che amano unire il sudare al gusto del buon cibo (ora mi vedrà iscritto sicuramente, perchè nel secondo campo vado sotto i 3'/km). Bè ragazzi, alla faccia dell'evento di beneficenza. Hanno tirato su un vero e proprio meeting, portando in pista oltre 120(forse anche 140) atleti, compresa gente che non aveva mai corso. La maestria di Antonio Chessa di Sportissimo ha creato batterie ad hoc regalando competizione in ciascuna di queste serie. Son riuscito anche a filmarne qualcuna e se riesco le do in pasto a youtube.(il mio filmato lo incastono qui of course)
La serata si è conclusa in pizzeria dove il sottoscritto ha abusato di pizza alla nutella.

Si ma come è andata? 3'56"
Sotto il mio punto di vista alla grande. Per me è stato di fatto un esordio. I mille in pista sono una novità assoluta. Parecchia gente conosce le mie gesta da questo blog. Sa che ho staccato un 3'49 qualche settimana fa, ma..la pista è un'altra cosa. Il valore assoluto al secondo te lo può dare solo lei. Quel mio tempo è stato misurato col garmin che ho sempre il dubbio sia generoso. Non voglio rimettere in discussione ogni mio record, ci mancherebbe, ma i primati e le prestazioni in pista li voglio scindere e considerare in un mondo a parte.
Quindi per un mio esordio questo tempo è molto buono. La gara era molto veloce, i compagni di batteria son schizzati in avanti e mi hanno relegato ad una corsa ad inseguimento nelle ultime posizioni, non così ultimo però da negarmi l'adrenalina di sfidare gli altri competitors. La lepre di batteria è fuggita insieme ad un nugolo di persone a 3'45"/km, anzi più velocee forse.. transitavo infaatti io ai 200 metri in 45" circa (3'45"/km).
La mia corsa è un pò timida, ho tanta paura di scoppiare e mi preservo, potrei esser là nel gruppone forse, ma la garanzia di arrivare in fondo non agonizzante l'avrei avuta?Imposto il passo che mi ero prefigurato, torno sui 4'/km con l'idea di dare qualcosa nel finale, all'ultimo giro. 1'37" per fare quattrocento metri (ai 600 attorno ai 2'22"). A quel punto transitavo con due ragazze, pensavo che sarebbero state loro le mie duellanti di questo rush, ma cedono progressivamente. Sono solo, davanti a me il gruppo si sgrana e qualcuno inizia a calare. Una ragazza è lì nel mirino, faccio corsa su di lei. Il divario si attenua, in curva dell'ultimo giro sento che la posso prendere, già da un pò ho infatti cambiato passo (forse a -250 è iniziata la mia volata). Dà una carica indescrivibile avere un obiettivo in avvicinamento. Sul rettilineo l'affianco e la passo netto, lo vedrete nel video. Termino bello provato per lo scatto, ma recupero quasi subito. Guardo il riscontro, quasi non ci credo che sia 3'56. Tra i 200 ed i 750 non mi era sembrato di fare un gran passo, pensavo di essere sopra i 4'/km. E' bastato invece uno sprint per darmi un ottimo tempo.1'34" l'ultimo giro. Son a soli 7" da quel riscontro di strada. Credo di poterli valere anche in pista. Me lo coccolo, è venuto così, con tutto il carico degli allenamenti da cui non ho deviato (ieri ero in pista per il test sui 5000 n.d.r).Assisto e filmo poi i miei amici.
Davide che fa circa un 3'17, ma mi corre credo 20 metri in più.( ha caricato sul blog il filmato della sua batteria).. lo vedrete transitare in 3° corsia, perso nella bagarre del gruppone.
Segnalo poi un mostruoso 2'50" di Enzo Salis, spettacolare 2° con rimonta, ah se Lucky fosse venuto si sarebbe divertito di brutto nella sua batteria!. (Cito anche il 3'50" di Rita speedy girl di Enzo, veloce la poliziotta!!... ed un Massimo con un non ben definito 3'40").

E' veramente un peccato che il calendario fidal regionale sia avaro di queste competizioni in pista. L'ho spulciato e non ne trovo. Forse fanno qualcosa gli amici dell'amatori nuoro e poi giù a cagliari..
Ritornando a quel discorso dell'inizio infatti c'è una gran voglia nell'aria di mezzofondo e di sfide sul tartan. Il clima è molto bello e si può stare assieme a vivere le gare degli amici, cosa che nelle competizioni in strada non sempre è possibile. Currichisimagna pensaci tuu..

PS: Amici sardi che correte con me e che mi leggete, molte volte vi conosco di viso e vedo che mi salutate (un casino di gente sapeva il mio tempo sui 1000 e mi diceva di scender sotto i 3'50")..commentate se vi capita(è facilee!), così associo poi il nome alla persona. Ancora non vi conosco tutti..sarebbe bello che, laddove abbiate partecipato anche voi, lasciaste una impressione della vostra gara!